Roma, 18 luglio 2025 – Tadej Pogacar conferma la sua supremazia al Tour de France 2025 vincendo la 13ª tappa, un’impegnativa cronoscalata da Loudenvielle all’arrivo in quota a Peyragudes (1580 metri). Con questo successo, il campione sloveno rafforza ulteriormente la sua posizione di leader in classifica generale, consolidando il suo primato nella Grande Boucle.
Tour de France, 13ª tappa: dominio Pogacar anche in cronoscalata
La frazione odierna, caratterizzata da una corsa contro il tempo su una salita lunga e selettiva, ha visto Pogacar imporsi con un vantaggio netto di 36 secondi sul suo principale rivale, il danese Jonas Vingegaard, giunto secondo. Questo successo rappresenta la quarta vittoria di tappa per Pogacar in questa edizione del Tour e testimonia la sua eccellente forma, soprattutto nelle prove contro il tempo in salita. Terzo un rediviso Primoz Roglic giunto a 1 minuto e 20 secondi dal connazionale.
La cronoscalata ha ulteriormente distanziato Pogacar dagli avversari nella classifica generale, rafforzando il suo ruolo di favorito assoluto per la conquista finale del Tour de France 2025. Vingegaard, nonostante il distacco, conferma la sua presenza al vertice, consolidando così la storica rivalità con lo sloveno.
Implicazioni sulla classifica e scenario competitivo
Con la vittoria di oggi, Pogacar amplia il suo margine sugli inseguitori e si avvicina sempre più al traguardo di Parigi con la maglia gialla sulle spalle. La sua performance ha messo in chiaro le difficoltà degli altri contendenti nel tenere il passo dello sloveno, che continua a dimostrare le sue incredibili qualità di scalatore e cronoman.
Corridore solidissimo in salita, a tratti incontenibile, è fenonemale anche nelle prove contro il tempo, come dimostra il successo odierno nella crono. Pogacar ha riavvicinato alle corse tanti spettatori grazie al suo modo di correre arrembante: guascone e mai al risparmio, stigmatizza l’attuale modo di intendere il ciclismo in maniera conservativa, di vivere le tappe più col cervello che con il cuore e le gambe, rendendosi protagonista tante volte di autentici e mirabili attacchi da lontanissimo. Lo sloveno si avvicina a grandi falcate, anzi, pedalate, al quarto successo in carriera nella Grande Boucle dimostrando di meritare a tutti gli effetti, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, di essere il vero erede del “Cannibale” Eddy Merckx.






