Jannik Sinner non è solo il tennista che ha riscritto la storia dello sport italiano. Dietro il campione si nasconde un ragazzo riservato, lontano dai riflettori, appassionato di lettura, amante del silenzio e delle cose autentiche. È cresciuto tra le montagne dell’Alto Adige, in un contesto familiare semplice, dove le giornate iniziavano presto e finivano con le mani sporche di lavoro. In un mondo in cui i social sembrano dettare le regole della celebrità, Sinner ha scelto la strada opposta: pochi post, zero fronzoli, tante ore sul campo e altrettante nella riflessione personale. Questo è il ritratto più intimo e vero del tennista numero uno al mondo, un profilo che conquista non solo per i successi ma per la sua straordinaria autenticità.

Nato a San Candido nel 2001, Sinner è cresciuto in una famiglia dove si parlavano quotidianamente due lingue: il tedesco, usato in casa, e l’italiano, parlato a scuola e in paese. Con il tempo, ha imparato perfettamente anche l’inglese, diventando di fatto trilingue. In conferenza stampa si muove con disinvoltura tra idiomi diversi, rispondendo con precisione e naturalezza. Questa abilità linguistica gli permette non solo di gestire al meglio le relazioni nel circuito internazionale, ma anche di mantenere un’apertura mentale ampia, una qualità non scontata nel mondo dell’agonismo sportivo.
Fino ai 12 anni, Sinner era uno degli sciatori più promettenti d’Italia. Ha vinto il titolo nazionale nello slalom gigante, ha frequentato scuole di sci e si è misurato con i migliori della sua categoria. Ma poi ha deciso di cambiare, di rischiare. Il tennis era la sua vera passione. A 13 anni, si è trasferito a Bordighera per allenarsi seriamente. La famiglia lo ha sostenuto, permettendogli di studiare a distanza. Anche se ha lasciato la scuola superiore a metà, ha poi conseguito il diploma da privatista, dimostrando ancora una volta determinazione e disciplina.
La figura dei genitori è stata decisiva. Il padre Hanspeter, cuoco in rifugio, e la madre Siglinde, cameriera, non gli hanno mai imposto nulla. Gli hanno insegnato la cultura del lavoro, il rispetto del tempo e l’indipendenza. Il fratello adottivo Mark è stato un altro punto di riferimento. In questo ambiente silenzioso e solido è nato il talento di Jannik, un talento che non è esploso di colpo ma che ha lavorato in profondità, con pazienza e rigore.
Oggi Sinner vive a Montecarlo, una scelta strategica più che mondana. Il clima, la presenza di altri tennisti, la possibilità di allenarsi tutto l’anno fanno di quella zona un punto di riferimento per i professionisti. Non è un’esibizione di lusso, ma una base logistica per continuare a migliorarsi. Tutto ciò che lo riguarda sembra andare controcorrente rispetto agli stereotipi. Non è ossessionato dalla fama, non rincorre contratti pubblicitari, non si considera un brand.
Quando entra in campo, Sinner è completamente presente. Prima di ogni match, ha i suoi piccoli riti: ascolta musica, legge, cammina in silenzio. Non lascia spazio all’ansia, mantiene un equilibrio costante. Il rispetto per l’avversario è per lui sacro. Non cerca polemiche, non alimenta gossip. Parla poco, ma quando lo fa, le sue parole pesano. È così che ha conquistato il pubblico: con i fatti, non con le dichiarazioni.
Il suo percorso negli ultimi anni è stato straordinario. Nel 2024 ha vinto le ATP Finals senza perdere un set, ha guidato l’Italia alla vittoria in Coppa Davis, è diventato il primo italiano della storia a raggiungere il primo posto nel ranking ATP. E tutto questo mantenendo una freddezza, una concentrazione e una semplicità che colpiscono chiunque lo incontri. Anche il suo stile di gioco, potente ma preciso, riflette la sua personalità: nessuna esibizione inutile, solo efficacia e visione.
La madre e il padre

Sinner è figlio di Hanspeter e Siglinde Sinner, originari di Sesto Pusteria in Alto Adige. Il padre, Hanspeter, lavora come cuoco presso il Rifugio Fondovalle in Val Fiscalina, mentre la madre, Siglinde, è cameriera, impegnata nella sala dello stesso rifugio.
Pur non essendo coinvolti nel tennis a livello professionale, i due hanno incarnato un modello educativo basato su umiltà, coerenza e sostegno silenzioso: lavorano ancora al rifugio e rifiutano ogni tipo di visibilità, rimanendo sempre sullo sfondo.
La presunta fidanzata

Dopo la fine della relazione con la collega tennista Anna Kalinskaya, si è parlato di una nuova presunta fiamma per Sinner: Lara Leito, modella russa di circa 31 anni, con un passato sentimentale noto (relazione durata sei anni con l’attore Adrien Brody). Secondo la stampa, i due sono stati visti a Montecarlo mentre si scambiavano un bacio alla fine di un allenamento al club, e Lara avrebbe salutato con familiarità l’entourage del tennista .
Tuttavia Sinner stesso ha più volte dichiarato: “Non sono in una relazione in questo momento”, ribadendo la sua riservatezza sull’argomento e l’assenza di nulla di ufficiale






