Jannik Sinner si ferma a Shanghai. Il tennista altoatesino, dopo il successo a Pechino, ha dovuto alzare bandiera bianca nel corso del terzo set contro l’olandese Tallon Griekspoor a causa dei crampi. Uscito dal campo sorretto dal fisioterapista, l’azzurro ha detto addio al torneo e, con ogni probabilità, anche al sogno di chiudere la stagione da numero 1 del mondo. Il trono ATP, salvo sorprese, resterà saldamente nelle mani di Carlos Alcaraz.
Sinner numero 1 al mondo: ora è tosta
Dopo il trionfo a Pechino, Sinner aveva la possibilità di completare una storica doppietta vincendo anche il Masters 1000 di Shanghai. Un successo in Cina, seguito magari da un altro titolo a Vienna, gli avrebbe potuto regalare il primato mondiale, anche se solo per una o due settimane. Ma il ritiro contro Griekspoor ha cambiato i piani: ora la corsa al numero 1 si fa tutta in salita.
I conti della Race: 3000 punti ancora in palio per Sinner
Facendo i conti con la Race — la classifica che somma i punti dell’anno solare — la rimonta resta teoricamente possibile, ma molto difficile. Al momento Alcaraz guida con 11.000 punti, mentre Sinner è a quota 8.500: un gap di 2.500 punti. All’italiano restano tre tornei per tentare l’impresa: Vienna (500 punti), Parigi-Bercy — che da quest’anno ha perso la storica denominazione — (1000 punti) e le ATP Finals di Torino (1500 punti). In totale, 3000 punti disponibili.
L’unico scenario possibile per il sorpasso ai danni di Alcaraz
Per tornare numero 1, Sinner dovrebbe vincere tutto da qui a Torino e sperare che Alcaraz raccolga meno di 500 punti complessivi tra Parigi e le Finals, un’eventualità al limite dell’improbabile, visto il rendimento dello spagnolo. Solo in questo caso Jannik potrebbe salire in vetta il 3 novembre, data in cui il ranking verrebbe aggiornato dopo il Masters di Parigi.
Missione quasi impossibile, ma non del tutto da scartare. Sinner, se riuscisse nel doppio colpo Vienna-Parigi, potrebbe godersi almeno una settimana in cima al mondo del tennis, in attesa delle Finals di Torino. Un primato simbolico, ma che coronerebbe una stagione straordinaria e confermerebbe, ancora una volta, la sua presenza stabile tra i giganti del circuito mondiale.






