Il ballo dei campioni a Wimbledon, una delle immagini più iconiche dell’estate tennistica 2025, ha visto Jannik Sinner e Iga Swiatek danzare sorridenti nella sontuosa cornice del Raffles Hotel di Londra. Una serata di eleganza e celebrazione per due vincitori indiscussi: Sinner, alla sua prima incoronazione sull’erba londinese dopo aver superato Carlos Alcaraz in finale; Swiatek , dominatrice con un inedito “double bagel” che ha fatto la storia del torneo. Eppure, dietro a quella perfezione da copertina, si agitano dubbi e malumori provenienti soprattutto dalla stampa e dagli addetti ai lavori internazionali, che sollevano interrogativi sull’equità dei recenti casi di doping che li hanno coinvolti.
Le squalifiche “soft” a Sinner e Swiatek e la percezione internazionale
Entrambi i campioni, nel corso del 2024, sono incappati in violazioni delle norme antidoping. Sinner è risultato positivo al clostebol, uno steroide anabolizzante, in due test separati; Swiatek alla trimetazidina, una sostanza proibita usata per trattamenti cardiaci. Tuttavia, le squalifiche sono state brevi e circoscritte: tre mesi per l’azzurro, uno per la polacca, con esclusione solo da tornei minori. I motivi? Contaminazioni involontarie, secondo quanto accertato dalla ITIA e confermato, almeno nel caso di Swiatek, dalla mancata opposizione della WADA.
Ma all’estero queste spiegazioni non convincono del tutto. Alcuni analisti parlano apertamente di disparità di trattamento. Il britannico The Guardian e la testata tedesca Der Spiegel hanno sottolineato come “la tempistica delle sospensioni abbia salvaguardato i due atleti dai principali appuntamenti della stagione”, lasciando intendere una forma di protezione verso i campioni più redditizi per il circuito. Più pungente ancora L’Équipe, che ha dedicato un editoriale alle “sanzioni calibrate su misura” per evitare scandali e mantenere intatto l’appeal mediatico dei tornei.
Le reazioni dei colleghi: tra silenzi e frecciate
Se le istituzioni tennistiche hanno seguito la linea della trasparenza parziale, nel circuito alcuni colleghi hanno manifestato un certo disagio. Stan Wawrinka ha parlato di “criteri mutevoli”, mentre Jessica Pegula ha chiesto “regole uguali per tutti”. Nick Kyrgios, fedele al suo stile criptico e provocatorio, ha postato un semplice asterisco su X (ex Twitter) subito dopo la vittoria di Sinner a Wimbledon, senza ulteriori commenti. Un gesto che, nella sua ambiguità, ha scatenato interpretazioni e polemiche.
Il confronto con casi simili rafforza i sospetti. La britannica Tara Moore, ad esempio, è stata squalificata per 19 mesi nel 2023 dopo una positività a steroidi, nonostante avesse dimostrato di aver mangiato carne contaminata in Colombia. Una decisione molto più severa rispetto a quelle ricevute da Sinner e Swiatek , che non hanno mai subito uno stop nei Major.
I numeri non bastano a spegnere le polemiche
Dal punto di vista sportivo, i traguardi di Sinner e Swiatek restano straordinari. L’altoatesino è diventato il primo italiano a vincere Wimbledon e a raggiungere il numero 1 del ranking ATP, con 20 titoli in carriera. La polacca, dal canto suo, ha consolidato il primato mondiale conquistato nel 2022 e ha trionfato in tutte le categorie del circuito WTA.
Per addetti ai lavori e non, la percezione internazionale conta tanto quanto la realtà sportiva, e l’impressione di favoritismi o trattamenti “ad personam” rischia di minare la credibilità dell’intero sistema. I titoli restano, i dubbi (prevalentemente all’estero) pure. E mentre in Italia si brinda alle vittorie del più grande tennista azzurro di tutti i tempi, fuori dai confini c’è chi continua a domandarsi: è davvero tutto così pulito?






