A meno di duecento giorni dal fischio d’inizio del Mondiale 2026, che si disputerà tra Stati Uniti, Canada e Messico, Guadalajara si ritrova al centro di una vicenda oscura che scuote l’immagine dell’evento. Nei terreni circostanti l’Estadio Akron, impianto che ospiterà alcune partite della fase a gironi e una della fase a eliminazione diretta, gruppi di ricerca civile hanno riportato alla luce centinaia di sacchi contenenti resti umani, ricollegabili al fenomeno delle sparizioni forzate che da anni affligge lo stato di Jalisco. Una scoperta che riapre interrogativi sulla sicurezza, sul ruolo della criminalità organizzata e sul significato stesso di ospitare un evento globale in una terra che ancora piange i suoi scomparsi.

La scoperta: 456 sacchi accanto allo stadio Akron
Secondo quanto riferito dai Guerreros Buscadores de Jalisco, un collettivo di famiglie e volontari nato nel gennaio 2024, dal 2022 sarebbero stati recuperati almeno 456 sacchi con resti umani nelle immediate vicinanze dello stadio Akron, casa del Chivas de Guadalajara. L’ultimo ritrovamento risale a settembre, durante i lavori di costruzione di un nuovo complesso residenziale che ha permesso alle famiglie di accedere all’area in cerca dei propri cari.
“È doloroso che la Coppa del Mondo si svolga qui mentre c’è così tanta cattiveria”, ha dichiarato José Raúl Servín, uno dei membri del gruppo, all’agenzia Aristegui Noticias. Le fosse clandestine rinvenute rappresentano l’ennesima testimonianza del radicamento della violenza criminale nella regione, dove il numero delle persone scomparse continua a crescere e i ritrovamenti diventano parte di una tragica routine.
Jalisco tra il Mondiale e il dolore: la lotta delle famiglie degli scomparsi
Il gruppo, fondato da Indira Navarro Lugo – che dal 2015 cerca il fratello sparito – riunisce oggi oltre cento famiglie impegnate nel recupero di resti, indizi personali e fichas de búsqueda da diffondere alla popolazione. Mentre Guadalajara si prepara ad accogliere migliaia di tifosi, queste famiglie continuano a percorrere terreni anonimi alla ricerca di volti da restituire ai propri affetti. Un contrasto feroce tra festa sportiva globale e tragedia locale che nessuna cerimonia d’apertura potrà davvero occultare.





