La pugile taiwanese Lin Yu-ting, oro olimpico a Parigi 2024 nella categoria pesi piuma, ha annunciato il suo forfait ai Mondiali di boxe che inizieranno nel weekend a Liverpool. La decisione arriva dopo che la nuova World Boxing Association (WBA), la federazione mondiale di pugilato nata su impulso del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) in opposizione all’International Boxing Association (IBA), ha reso obbligatorio un gender test per la partecipazione alle competizioni. Lin si è sottoposta al test, ma la federazione taiwanese ha comunicato che la WBA non ha fornito risposta ufficiale sui risultati. Di conseguenza, per evitare ulteriori complicazioni, la campionessa ha deciso di non prendere parte al torneo.
La vicenda Lin Yu-ting e il nuovo regolamento WBA
Lin Yu-ting, 29 anni, è stata al centro di controversie legate alla sua idoneità di genere già prima delle Olimpiadi di Parigi 2024. La IBA l’aveva esclusa dai Mondiali 2023 a causa di un test genetico che avrebbe rilevato cromosomi XY, ma il CIO aveva ritenuto valida la sua partecipazione ai Giochi olimpici, che l’hanno vista trionfare con una storica medaglia d’oro per Taiwan. Tuttavia, la nuova federazione WBA ha introdotto test più rigidi e obbligatori per la verifica del genere, non ancora regolamentati secondo la federazione taiwanese, che lamenta mancanza di chiarezza e tutela dei diritti degli atleti. Nonostante la disponibilità della pugile a sottoporsi a ulteriori esami medici in Gran Bretagna, la WBA non ha accettato la proposta, portando al ritiro di Lin dalla competizione.
Il contesto delle controversie sul gender nel pugilato femminile
Il ritiro di Lin segue un filone di discussioni internazionali sul tema degli atleti intersex o con caratteristiche di sviluppo sessuale variabili che partecipano alle gare femminili. Un caso simile è quello di Imane Khelif, pugile algerina, medaglia d’oro ai Giochi di Parigi 2024 nella categoria -66 kg. Anche Khelif era stata esclusa dall’IBA per non aver superato i test di idoneità di genere, ma poi ammessa dal CIO alle Olimpiadi. La sua partecipazione ha scatenato un acceso dibattito politico e sportivo in Italia e all’estero, con critiche da parte di esponenti politici e richieste di maggiori tutele per le atlete donne.
Il CIO ha ribadito che tutte le atlete ammesse rispettano le regole di ammissibilità e i parametri medici previsti, ma le divergenze tra federazioni, come IBA e WBA, e le varie interpretazioni scientifiche e sociali sul tema continuano a generare polemiche. La questione si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sui criteri di inclusione, equità e sicurezza nelle competizioni sportive femminili, specialmente in discipline di contatto come il pugilato. Lin Yu-ting, che ha iniziato la sua carriera da giovanissima e vanta un palmarès di rilievo, rimane al centro di questa complessa vicenda sportiva e normativa.


