Nel cuore del Tour de France 2025, la 16ª tappa promette di essere decisiva con l’epica ascesa al celebre Mont Ventoux, teatro di imprese leggendarie e tragedie indimenticabili. A catturare l’attenzione è la sfida lanciata da Tadej Pogačar, attuale maglia gialla, deciso a scrivere un nuovo capitolo nella storia del ciclismo battendo il leggendario record di Marco Pantani sulla montagna simbolo della corsa francese.
Pogačar e la sfida al Mont Ventoux
L’attacco di Pogačar al Mont Ventoux, noto anche come il “Monte Calvo” per la sua pietraia rovente priva di vegetazione nella parte finale, sarà la prova del nove per il campione sloveno. Il record da battere è quello di Pantani, che nel 1994 salì i 21 km di ascesa in 57’34”, un tempo che ha resistito per più di tre decenni. La salita, particolarmente dura, si sviluppa dal versante di Bédoin, il più impegnativo, con tratti che passano da pendenze costanti a sterrati irregolari e infine all’ultima impegnativa pietraia battuta dal vento.
Pogačar, tornato in piena forma dopo un piccolo raffreddore, ha dichiarato: «Io sto bene, Jonas Vingegaard sta bene ma sul Ventoux può succedere qualunque cosa». Questo riferimento al rivale danese sottolinea la tensione nella lotta per la maglia gialla, con Vingegaard che, pur essendo in ritardo di oltre quattro minuti, promette di attaccare senza riserve. Per Pogačar, questa tappa rappresenta anche l’occasione per vendicare la delusione del 2021, quando Van Aert lo aveva beffato proprio su questo terreno.

Pogačar demolisce il record al Plateau de Beille: un segnale di forza
Non è solo al Mont Ventoux che Pogačar sta riscrivendo la storia del Tour 2025. Nella recente 15ª tappa, conclusasi sul Plateau de Beille, il campione sloveno ha infranto un altro storico record di Pantani. Con un tempo di 39’41” sui 15,8 km di salita, Pogačar ha migliorato di ben 3’40” il record del “Pirata”, stabilito nel 1998. Questo risultato è stato un colpo durissimo per i suoi rivali, dimostrando la sua superiorità in montagna e consolidando il suo ruolo di favorito assoluto per la vittoria finale.
Il Plateau de Beille, utilizzato come arrivo in salita al Tour dal 1998, era stato teatro di un’impresa storica di Pantani che quell’anno conquistò la doppietta Giro-Tour. Pogačar, anche in questa occasione, ha ripetuto la tattica vincente di attaccare e staccare il rivale diretto Vingegaard, dimostrando una condizione fisica e mentale straordinaria.
Il confronto tra Pogačar e Pantani: due epoche a confronto
La figura di Marco Pantani rimane un punto di riferimento imprescindibile nel ciclismo, soprattutto per le sue eccezionali doti di scalatore puro. Il “Pirata”, con i suoi record sul Mont Ventoux e l’Alpe d’Huez, ha scritto pagine indelebili nella storia del Tour de France e del ciclismo mondiale. La sua carriera, seppur tormentata da incidenti e controversie, è stata segnata da una capacità unica di dominare le salite più difficili con attacchi memorabili.

Pogačar, nato nel 1998 a Komenda, è ormai considerato uno dei più grandi di sempre, capace di eccellere in ogni terreno, dalla salita alle cronometro, con un palmarès che annovera tre Tour de France (2020, 2021, 2024), un Giro d’Italia (2024) e numerose classiche monumento. La sua abilità nel demolire record storici come quelli di Pantani sul Plateau de Beille e la sua determinazione sul Mont Ventoux confermano la sua posizione di dominatore del ciclismo moderno.
La sfida di oggi, dunque, non è soltanto una lotta per la maglia gialla, ma un confronto simbolico tra due leggende del ciclismo, separate da generazioni ma unite dalla stessa passione e dalla stessa capacità di lasciare un segno indelebile sulle grandi montagne della Grande Boucle. Il mondo del ciclismo attende con il fiato sospeso l’esito di questa epopea sulle pendici del Mont Ventoux, dove storia e presente si intrecciano in un’avvincente battaglia sportiva.






