Eugene, 2 agosto 2025 – L’atleta transgender e non binaria Nikki Hiltz ha espresso forte critica nei confronti della nuova normativa introdotta dalla World Athletics che impone test genetici alle atlete per poter partecipare alle competizioni femminili, a partire dai prossimi Campionati del Mondo di atletica leggera di settembre. La misura, che prevede l’analisi del gene Sry tramite tampone orale o esame del sangue, ha sollevato un acceso dibattito nel mondo dello sport.
La nuova normativa della World Athletics sui test genetici
La Federazione Internazionale di atletica leggera ha stabilito che tutte le atlete che aspirano a gareggiare nella categoria femminile dovranno sottoporsi a un test genetico una sola volta nella vita. Questo test mira a determinare in modo affidabile il sesso biologico attraverso la ricerca del gene Sry, presente sul cromosoma Y e responsabile dello sviluppo dei caratteri maschili. Se il test risulta negativo, l’atleta può competere regolarmente nelle gare valide per il ranking mondiale femminile. Nel caso di esito positivo, invece, la partecipazione nella categoria femminile è limitata a competizioni non valide per il ranking o a categorie alternative.
La misura segue una linea già tracciata dalla federazione che esclude dalla categoria femminile le donne transgender che hanno attraversato la pubertà maschile e impone l’assunzione di farmaci per ridurre i livelli di testosterone a chi presenta valori elevati.
La posizione di Nikki Hiltz: una voce contro i test genetici
Nikki Hiltz, originaria degli Stati Uniti e specialista nel mezzofondo con importanti risultati nazionali e internazionali, ha definito l’introduzione dei test “una brutta china”. Atleta che ha reso pubblica la propria identità transgender e non binaria nel 2021, Hiltz ha manifestato il proprio dissenso pur dichiarando di essere pronta a sottoporsi al test senza proteste. Tuttavia, ha espresso preoccupazione per i precedenti che tale regolamento potrebbe creare, temendo l’eventuale adozione di tecniche più invasive da parte di altre federazioni sportive.
Con record personali di rilievo come 3’55”33 nei 1500 metri e medaglie conquistate in eventi di alto livello, Nikki Hiltz rappresenta una figura di spicco che pone nuovamente al centro il dibattito sull’inclusione e le regole di ammissibilità nelle competizioni femminili, un tema ancora oggi molto controverso nell’atletica leggera internazionale.






