Stoccolma, 21 ottobre 2025 – Sul confine del Baltico, in un piccolo villaggio di pescatori dove il cielo sembra non finire mai e la terra si stende piatta all’orizzonte, il modesto stadio del Mjällby AIF è stato teatro di una delle sorprese più grandi del calcio europeo. Lunedì sera, la squadra di Hällevik, un paese di appena 1.500 anime, ha vinto la Allsvenskan, la massima serie svedese, lasciando senza parole tifosi e addetti ai lavori.
Mjällby, il piccolo grande miracolo del calcio svedese
Questa vittoria non è solo una sorpresa: è un vero e proprio terremoto nel calcio scandinavo. “Vedere un livello così alto in un posto così piccolo è impressionante”, racconta Erik Hadzic, giornalista di TV4 Fotbollskanalen, che segue il Mjällby da cinque anni. Con un budget che vale appena il 15% di quello del Malmö FF, la squadra ha dominato la stagione, perdendo una sola partita e chiudendo con 11 punti di vantaggio sull’Hammarby, secondo in classifica.
Il 2-0 contro l’IFK Göteborg, lunedì alle 19, ha chiuso i conti con tre giornate di anticipo. Ora il Mjällby può anche puntare al record di punti della Allsvenskan, detenuto dal Malmö dal 2010 e raggiunto dall’AIK nel 2018. “Tutti davano per scontato il terzo titolo consecutivo del Malmö”, ammette Hadzic. Ma dopo aver battuto i campioni in carica ad agosto, qualcosa è cambiato: “Da lì è diventato chiaro che potevano farcela davvero”.
Da terza divisione a campioni: il valore di un gruppo unito
Non è solo una storia sportiva da favola. Dieci anni fa il Mjällby giocava in terza serie e rischiava di sparire. “Non è come Leicester o Montpellier”, spiega Olof Lundh, giornalista sportivo svedese. “Lì c’erano proprietari con soldi veri. Qui parliamo di un paesino minuscolo: arrivare in Allsvenskan è già un miracolo”.
Il segreto? Una gestione semplice ma precisa. Magnus Emeus, imprenditore del posto rientrato dopo anni all’estero, guida il club con una filosofia chiara: “Bisogna poter misurare ogni cosa”, racconta Lundh. Fondamentale è stato lo scouting: “Hanno trovato giocatori sottovalutati, dato seconde chance e messo insieme un gruppo che si è esaltato”, aggiunge Hadzic.

Una squadra di amici, una comunità che si stringe
A Hällevik si conoscono tutti. L’allenatore Anders Torstensson è anche preside della scuola del paese; lo scout fa il postino. Alcuni giocatori vivono insieme nello stesso appartamento. “Il loro spirito di squadra è altissimo”, racconta Hadzic. Jacob Bergstrom, attaccante e simbolo di questa stagione, lunedì sera era visibilmente emozionato: “Non pensavo che un giorno sarebbe successo a me. Siamo un gruppo che dà tutto per il Mjällby”.
La vittoria è festa per tutto il paese: la fioraia ha preparato cioccolatini speciali per celebrare il titolo. E poi c’è Hasse Larsson, direttore sportivo da decenni, ex giocatore e allenatore: “È il cuore pulsante del club”, sottolinea Hadzic.
Il futuro è qui: Champions League e sogni d’Europa
Certo, un po’ di fortuna non è mancata: le big si sono frenate a vicenda, lasciando spazio. Ora però il Mjällby guarda avanti. Se supererà i preliminari, potrà sfidare i giganti d’Europa in Champions League. Real Madrid o Liverpool sulle rive del Baltico? Fino a poco tempo fa sembrava un sogno.
“Non ho parole”, ha detto Torstensson dopo la partita. “Abbiamo tenuto lontane pressioni e chiacchiere. È incredibile essere campioni di Svezia con questo piccolo Mjällby”. Intanto, in campo, qualcuno ha raccolto una manciata d’erba vicino alla bandierina: un gesto semplice, quasi incredulo.






