Parigi, 21 agosto 2025 – La vicenda di Imane Khelif, pugile algerina e campionessa olimpica, continua a far discutere. Dopo le numerose polemiche esplose in seguito alla sua vittoria ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, l’atleta ha recentemente smentito categoricamente le voci sul suo presunto ritiro dalla boxe, rilanciando il proprio impegno sportivo. Tuttavia, le controversie legate ai test di idoneità e ai criteri di ammissione nelle competizioni femminili persistono, alimentando un acceso dibattito sul ruolo degli atleti con caratteristiche intersessuali o con differenze di sviluppo sessuale (DSD).
Imane Khelif: tra successi sportivi e controversie
Imane Khelif, nata a Tiaret nel 1999, è diventata un simbolo della boxe femminile africana grazie a una carriera costellata di traguardi importanti. Dopo aver partecipato ai Campionati mondiali e ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, ha conquistato nel 2022 l’oro ai Giochi del Mediterraneo e ai Campionati africani dilettanti, prima di trionfare con la medaglia d’oro nella categoria dei pesi welter femminili a Parigi 2024. Tuttavia, il percorso di Khelif è stato sempre una strada in salita, a partire dalla squalifica ai Campionati mondiali del 2023 per non aver superato un test di idoneità, con dubbi legati ai suoi livelli di testosterone e alla presenza di cromosomi XY, secondo quanto affermato dall’International Boxing Association (IBA).
Queste affermazioni hanno scatenato un dibattito globale, con accuse infondate di essere una donna transgender, che la stessa Khelif ha duramente respinto, definendo tali attacchi una forma di cyberbullismo per cui ha presentato denuncia presso la procura di Parigi. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), pur riconoscendo la controversia, ha confermato la legittimità della partecipazione di Khelif ai Giochi di Parigi, sottolineando che l’atleta rispetta tutte le norme di ammissibilità e che è ufficialmente una donna.
Differenze sessuali e criteri di ammissione nello sport femminile
La polemica intorno a Khelif si inserisce in un contesto più ampio riguardante la distinzione tra categorie maschili e femminili nello sport, basata sulle differenze biologiche e sul dimorfismo sessuale. Gli esperti sottolineano come, in media, gli uomini posseggano una massa muscolare superiore del 30-40%, ossa più lunghe e una maggiore capacità di forza e velocità, attribuibili principalmente a livelli più elevati di testosterone. Le categorie femminili sono state create per garantire una competizione equa, ma l’emergere di atlete con varianti di differenziazione sessuale ha messo in discussione le regole tradizionali.
L’IBA ha adottato test specifici, tra cui analisi cromosomiche e valutazioni di livelli ormonali, per verificare l’idoneità delle atlete. Il CIO e altri organismi sportivi hanno però fortemente criticato questi metodi per mancanza di trasparenza e per l’assenza di un giusto processo. L’istituzione olimpica ha difeso l’inclusione di Khelif, affermando che la sua partecipazione rispetta i criteri medici e normativi vigenti.
Gli sviluppi più recenti e la posizione di Imane Khelif
Nonostante le pressioni e le esclusioni da alcune competizioni, come l’Eindhoven Cup 2025, dove Khelif è stata esclusa per il rifiuto di sottoporsi a un test genetico obbligatorio sul sesso, la pugile ha riaffermato il proprio impegno nella boxe. In un messaggio pubblico, ha criticato duramente il suo ex manager Nasser Yefsah, che aveva annunciato il suo ritiro, definendo le sue dichiarazioni “false e malevole“.
Attualmente, Khelif continua ad allenarsi tra Algeria e Qatar, mantenendo la forma in vista di future sfide sportive.






