Roma, 6 agosto 2025 – L’Aula della Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il decreto sport, che ora diventa legge. La votazione ha registrato 153 voti favorevoli, 85 contrari e 6 astenuti. Il provvedimento, dopo essere stato modificato in terza lettura a Montecitorio con la soppressione di alcune norme approvate dal Senato, mira a disciplinare l’organizzazione di grandi eventi sportivi di rilievo internazionale.
Decreto sport: focus sugli eventi internazionali
Il testo legislativo si concentra principalmente sull’organizzazione di manifestazioni sportive di grande richiamo, tra cui le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, l’America’s Cup e i Giochi del Mediterraneo. L’approvazione del decreto rappresenta un passaggio fondamentale per garantire un quadro normativo chiaro e strutturato, indispensabile per la buona riuscita di questi eventi che attrarranno atleti e spettatori da tutto il mondo, con significativi impatti economici e di immagine per il Paese.
Le Olimpiadi invernali Milano-Cortina, in particolare, sono attese come un appuntamento di grande rilevanza sportiva e culturale, che vedrà impegnate numerose discipline e richiamerà l’attenzione internazionale. Il decreto introduce norme specifiche per agevolare la gestione logistica, la sicurezza e la promozione di queste competizioni.
La legge e il futuro dello sport italiano
Con l’entrata in vigore del decreto, l’Italia si dota di uno strumento legislativo che supporta l’organizzazione di eventi sportivi di livello mondiale, consolidando la posizione del Paese nel panorama sportivo internazionale. Questa normativa faciliterà inoltre la collaborazione tra istituzioni, enti locali e organizzatori, assicurando un’efficace coordinamento di tutte le fasi operative.
Il provvedimento rappresenta un passo decisivo anche per lo sviluppo delle infrastrutture sportive e per la valorizzazione del territorio coinvolto, elementi chiave per lasciare un’eredità duratura anche dopo lo svolgimento delle competizioni.
Con questo atto, il Parlamento conferma l’impegno dell’Italia nel promuovere lo sport come strumento di crescita sociale, culturale ed economica, in linea con gli obiettivi di una politica sportiva moderna e inclusiva.






