Il mondo del ciclismo italiano e lo sport nazionale piangono la scomparsa di Franco Testa, celebre campione olimpico e figura emblematica dell’inseguimento a squadre su pista. Nato a Padova il 7 febbraio 1938, Testa si è spento all’età di 87 anni, lasciando un’eredità indelebile nella storia del ciclismo italiano
Franco Testa: l’oro olimpico di Roma 1960 e la carriera da leggenda
Franco Testa è stato uno degli artefici del trionfo azzurro ai Giochi della XVII Olimpiade di Roma 1960, quando con i compagni Marino Vigna, Luigi Arienti e Mario Vallotto conquistò la medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre su pista. La formazione italiana impose un tempo straordinario di 4’30″90, superando in finale la Germania e regalando all’Italia un momento di gloria sportiva indimenticabile.
Quattro anni più tardi, a Tokyo 1964, Testa sfiorò il bis olimpico, conquistando la medaglia d’argento nella stessa disciplina insieme a Vincenzo Mantovani, Carlo Rancati e Luigi Roncaglia. A completare il suo palmarès, un argento mondiale a Parigi nel 1964, sempre nell’inseguimento a squadre, con Attilio Benfatto, Mantovani e Rancati.
Un campione premiato e un uomo dal carattere autentico
Nel 2015, il CONI ha conferito a Franco Testa il prestigioso Collare d’Oro al merito sportivo, la più alta onorificenza dello sport italiano, a riconoscimento del suo successo olimpico a Roma. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha espresso il cordoglio dell’intero movimento sportivo italiano per la sua scomparsa, evidenziando il contributo fondamentale di Testa alla storia del ciclismo nazionale.
Oltre ai risultati sportivi, Franco Testa era noto per il suo carattere ironico e schietto e per l’entusiasmo contagioso che ha sempre accompagnato la sua figura. Racconti di vita, come quelli del ritiro olimpico nel convento delle suore alle Frattocchie o l’allenamento solitario nelle campagne venete, sono testimonianze di un’epoca d’oro del ciclismo italiano e di un uomo capace di incarnare lo spirito autentico dello sport.
L’eredità di Franco Testa rimane viva non solo nei ricordi delle sue imprese, ma anche nella cultura sportiva italiana, dove il suo nome è sinonimo di dedizione, talento e passione per il ciclismo su pista.






