Roma, 1 ottobre 2025 – Vittorio Sgarbi, critico d’arte e politico di lunga fama, si racconta in un’intervista esclusiva al Corriere della Sera nella sua abitazione nel cuore della Roma barocca, svelando il difficile periodo vissuto dopo l’uscita dal governo e le ripercussioni sulla sua salute mentale e fisica. Attualmente sindaco di Arpino e assessore alla Bellezza del comune di Viterbo, Sgarbi affronta con sincerità temi personali e professionali, tra fragilità e speranze di rinascita.
Vittorio Sgarbi: dalla depressione alla rinascita grazie a Sabrina Colle
“Ho subito un’ingiustizia assoluta che mi ha portato a una profonda depressione, con conseguente anoressia. Ho rischiato di morire“, confessa Vittorio Sgarbi ad Aldo Cazzullo. L’ex sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, incarico ricoperto dal 2001 al 2002 e nuovamente dal 2022 al 2024, racconta di essersi sentito svuotato dopo la fine della sua esperienza governativa, un evento che ha segnato il crollo del suo equilibrio emotivo. “Non avevo più voglia di mangiare né di vivere. Mi sono chiuso a riccio, ma ora sto cercando di riaprirmi agli altri“, spiega il critico d’arte.
Durante il periodo più buio, trascorso tra ospedali e terapie, Sgarbi ha trovato un sostegno fondamentale in Sabrina Colle, attrice e compagna che definisce la sua salvezza: “Sabrina mi ha salvato la vita con il suo amore. Ora la sposerò a Venezia, nella chiesa della Madonna dell’Orto, luogo che amo per i suoi capolavori di Tintoretto e Cima da Conegliano“. La loro relazione, nata anni fa, si è consolidata durante la convalescenza del critico, come conferma la stessa Sabrina: “Vittorio è un uomo dal carattere feroce, ma dal cuore profondamente sentimentale“.
La famiglia e le tensioni con i figli
Il rapporto con i figli è stato fonte di dolore: la figlia Evelina ha chiesto la sua interdizione, una decisione che Sgarbi definisce incomprensibile e di cui preferisce non discutere. Al contrario, Alba, l’altra figlia, si è mostrata nobile e solidale, mentre il figlio Carlo ha scelto di astenersi da ogni posizione pubblica sulla vicenda. Il critico sottolinea che il suo patrimonio artistico, composto da circa cinquecento opere, non è più di sua proprietà ma è vincolato alla Fondazione Cavallini-Sgarbi, istituita per preservare il lascito culturale e impedire la dispersione delle opere.
Una vita dedicata all’arte e alla politica
Vittorio Sgarbi, nato a Ferrara nel 1952, è una figura poliedrica: critico e storico dell’arte, saggista, docente e politico. Dopo una lunga carriera parlamentare e numerosi incarichi amministrativi, tra cui la sindacatura di comuni come Sutri, Salemi, e più recentemente Arpino, continua a essere un punto di riferimento nel panorama culturale italiano. È presidente di importanti istituzioni artistiche come la Fondazione Ferrara Arte, il Mart di Rovereto e il MAG di Riva del Garda.
Nel corso degli anni, Sgarbi è stato protagonista di numerose polemiche, anche per il suo stile diretto e spesso irruento, che lo ha portato a scontri pubblici con politici e giornalisti. Tuttavia, rimane un profondo conoscitore e promotore dell’arte, autore di saggi e curatore di mostre di rilievo nazionale.

Il ritorno alla vita e ai progetti futuri
Dopo il periodo di malattia, Sgarbi ha ripreso a vivere con rinnovata energia e desiderio di normalità: “Voglio ricominciare a scrivere e tornare a calcare il palcoscenico teatrale. Sto cercando di rafforzarmi e di riaprirmi agli altri, dopo essermi chiuso come un riccio“. Nonostante le difficoltà, mantiene un atteggiamento combattivo e speranzoso, conscio delle sfide che lo attendono, anche sul fronte giudiziario, dove è impegnato a preparare la propria difesa.
Nel dialogo con il mondo esterno, Sgarbi si mostra lucido e consapevole. Parla del conflitto a Gaza con un giudizio equilibrato, riconoscendo torti da entrambe le parti, e ribadisce la sua visione laica della vita e della morte: “Non credo nell’aldilà, ma penso che sopravviviamo nell’eco di ciò che abbiamo lasciato“. Su Michelangelo afferma: “È l’artista più vicino a Dio, le sue opere ancora oggi ci parlano“.
Vittorio Sgarbi si presenta così, tra fragilità e forza, come un uomo che ha attraversato l’abisso e guarda al futuro con la volontà di rinascere, circondato dall’affetto di chi gli vuole bene e dalla passione per l’arte che ha sempre animato la sua esistenza.



