Roma, 29 agosto 2025 – Carlo Verdone rompe il silenzio in merito al suo coinvolgimento nell’appello di 1.500 attori e registi italiani a sostegno della popolazione di Gaza e alla richiesta di escludere dalla Mostra del Cinema di Venezia gli attori Gal Gadot e Gerard Butler, figure vicine a Israele. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il celebre regista e attore ha chiarito di essere stato inserito “in mezzo” senza una sua completa consapevolezza.
Carlo Verdone: “Mi hanno messo in mezzo, i nomi di Gadot e Butler non c’erano”
Carlo Verdone ha spiegato di aver firmato l’appello su invito di Silvia Scola, figlia del regista Ettore Scola, per condannare la situazione a Gaza e portare alla luce la sensibilità del mondo del cinema. “Mi ha chiamato Silvia Scola chiedendomi di firmare un appello contro quello che sta accadendo a Gaza, che va condannato in tutti i modi, nell’ambito della Mostra”, ha detto Verdone. Tuttavia, ha sottolineato che i nomi di Gal Gadot e Gerard Butler, attori la cui esclusione è stata réclame dell’appello, non erano presenti nel testo originale da lui sottoscritto, ma aggiunti in un secondo momento dai promotori pro Palestina.
Il regista ha espresso il suo dissenso verso l’esclusione degli artisti per motivi politici: “Gli attori non devono diventare il tribunale dell’Inquisizione. Non è gente che tira bombe”. Ha inoltre ricordato il parallelo con il boicottaggio dei tennisti russi all’inizio della guerra in Ucraina.
La posizione sulla Mostra di Venezia e il ruolo della cultura
Verdone ha ribadito il valore del confronto e della tolleranza all’interno di un festival cinematografico. Ha definito la censura come un errore: “Un festival è un tavolo di confronto, di tolleranza e di libertà. Questo invece significa censurare”. Riguardo alla manifestazione di domani in laguna promossa dal movimento Venice4Palestine, ha detto: “La facessero, per carità, non contesto nulla. La cultura non dev’essere un’arma, escludere non è cultura”.
Il presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, ha condiviso il pensiero di Verdone, sottolineando che non si può caricare sulle spalle di due attori la responsabilità della disumanità di una guerra infinita. Ha comunque ribadito la necessità di fermare il conflitto.






