Torna “Belve”, il programma cult di Rai2 condotto da Francesca Fagnani, con la quinta stagione. Martedì 29 aprile, in prima serata, Marcell Jacobs si racconta in un’intervista intima, rivelando la sua esperienza e la complessità della sua vita. Il campione olimpico affronta anche l’inchiesta su presunti accessi illegali a dati personali
Riparte “Belve”, il programma di Rai2 condotto da Francesca Fagnani, che per la sua quinta stagione promette di regalare momenti di grande intensità e rivelazioni inedite. La trasmissione, che andrà in onda ogni martedì sera a partire dal 29 aprile, si preannuncia ricca di ospiti illustri e storie emozionanti. Tra i protagonisti della prima puntata spicca Marcell Jacobs, campione olimpico e primatista europeo dei 100 metri, che si racconta in un’intervista profonda e toccante.
L’intervista a Marcell Jacobs
Fagnani, nota per il suo stile incisivo e diretto, non si tira indietro nel porre domande scomode. Durante l’intervista, Jacobs affronta la delicata vicenda riguardante l’inchiesta della Procura di Milano, che ha coinvolto il suo collega Filippo Tortu. Questo scandalo, legato ad accessi illegali alle banche dati dello Stato, ha sollevato interrogativi sul presunto coinvolgimento del fratello e manager di Tortu, Giacomo, nell’uso di una società investigativa per spiare Jacobs. La risposta dell’atleta è carica di emozione: “Sinceramente sono rimasto abbastanza male. Una notizia che mi ha un po’ sconvolto perché non me lo sarei mai aspettato”.
Rivalità e relazioni
La rivalità tra i due atleti, che è sempre stata confinata alla pista, sembra ora estendersi a un contesto ben più complesso. Fagnani incalza Jacobs, chiedendogli se creda che Tortu fosse a conoscenza di tali manovre. La risposta di Jacobs è netta: “Non potrei mai pensare che fosse a conoscenza di questa cosa”. Tuttavia, qualora dovesse emergere un coinvolgimento di Tortu, Jacobs ammette che sarebbe una “bella batosta, personale e per tutta la squadra”.
Un viaggio personale
Ma la conversazione non si limita a questioni sportive. Raccontando della sua vita personale, Jacobs rivela: “A 12 anni la prima volta che ho visto mio padre non ho provato niente. Era uno sconosciuto”. La sua testimonianza si fa ancora più profonda quando parla del suo percorso di riconciliazione con il padre, avvenuto prima delle Olimpiadi: “È da lì che nasce il Marcell Jacobs che ha iniziato a vincere”. Questi momenti di vulnerabilità e autenticità rendono l’intervista un’occasione unica per conoscere non solo l’atleta, ma l’uomo dietro il campione.






