Dopo l’enorme successo delle prime due stagioni, la terza stagione di Squid Game è finalmente disponibile su Netflix, portando a una conclusione definitiva la saga che ha segnato la storia delle serie TV globali. Diretto e sceneggiato da Hwang Dong-hyuk, creatore noto per il suo impegno nel raccontare drammi sociali attraverso narrazioni intense, il nuovo capitolo si presenta come una continuazione che mantiene viva la tensione e l’emozione
Il ritorno di Seong Gi-hun e il ritorno ai giochi mortali
La terza stagione riprende le vicende di Seong Gi-hun (interpretato da Lee Jung-jae), il protagonista che abbiamo visto affrontare le crudeli sfide fin dalla prima edizione dei giochi. Questa volta, Gi-hun si trova nuovamente immerso nella dinamica letale dei giochi, dopo un fallito tentativo di rivolta nella stagione precedente. Il suo sguardo rassegnato e la consapevolezza che pochi dei suoi alleati sono sopravvissuti rendono palpabile la disperazione. Tuttavia, un nuovo meccanismo di voto consente ai partecipanti di scegliere se continuare o meno il gioco, aggiungendo un elemento di suspense e strategia alle competizioni.
Tra i volti noti che ritornano in questa stagione ci sono Kim Jun-hee, incinta e protetta dal suo ex Lee Myung-gi, e la coppia madre-figlio Jang Geum-ja e Park Yong-sik, ancora alleati nonostante la crescente tensione. Un importante sviluppo è rappresentato dalla gestione del personaggio transgender Cho Hyun-ju, la cui storia viene trattata con delicatezza e realismo, elemento ancora poco comune nelle produzioni mainstream. Tuttavia, come da tradizione di Squid Game, non tutti i personaggi amati dal pubblico riescono a vedere la conclusione della loro avventura.
La struttura narrativa: l’equilibrio tra giochi e sottotrame
Un elemento che distingue questa terza stagione è la divisione tra le sequenze di gioco e le sottotrame esterne. Sono infatti solo tre i giochi mostrati, mentre gran parte del tempo di scena è dedicato alle missioni parallele di due personaggi cruciali: il detective Hwang Jun-ho (interpretato da Wi Ha-joon), impegnato a rintracciare la misteriosa isola dei giochi, e la guardia rosa Kang No-eul, che si ribella per salvare una persona cara durante la rivolta. Questi intrecci, ricchi di elementi da thriller cospirativo, arricchiscono la narrazione con nuove prospettive, pur mantenendo salda la tensione.
Dal punto di vista dei giochi, la stagione offre scene intense ma a tratti ripetitive, con colpi di scena prevedibili ma comunque efficaci nel mantenere alta l’intensità emotiva. Rispetto alle stagioni precedenti, che avevano dato ampio spazio alla satira sociale contro il classismo e il capitalismo, questa volta la riflessione socio-economica emerge solo negli ultimi minuti, culminando in un finale che soddisfa le attese senza rinunciare a sorprendenti sviluppi negli ultimi istanti.
Hwang Dong-hyuk: il regista che ha rivoluzionato il panorama seriale
Dietro il successo di Squid Game c’è la visione di Hwang Dong-hyuk, regista e sceneggiatore sudcoreano nato a Seoul nel 1971, che ha dedicato la sua carriera a film e serie con forti contenuti sociali e morali. Dopo una formazione tra Seoul e Los Angeles, Hwang ha diretto opere importanti come Dogani (2011), che ha denunciato abusi reali nella società coreana, e The Fortress (2017), dramma storico di grande impatto. La sua esperienza e sensibilità sono evidenti anche in Squid Game, dove ha saputo mescolare la crudezza della violenza con una profonda critica sociale.
Interessante è il racconto personale dello stesso Hwang, che nel 2024 ha ammesso di aver perso “otto o nove” denti durante la realizzazione della prima stagione, sottolineando lo stress e la dedizione necessari per portare avanti un progetto così complesso. Nonostante ciò, il regista ha scelto di tornare per due ulteriori stagioni, motivato anche da ragioni economiche, ma soprattutto da un’idea narrativa ancora da completare.
Futuro di Squid Game e impatto culturale
Nonostante questa conclusione di fatto per la serie principale, il mondo di Squid Game continua a espandersi. Netflix ha già lanciato uno spin-off in formato reality competition, mentre il regista David Fincher è impegnato nello sviluppo di una serie in lingua inglese ispirata allo stesso universo narrativo. Per ora, Gi-hun può finalmente lasciare alle spalle la sua vita pericolosa, con questa terza stagione che rappresenta una degna chiusura per questa fase della saga.
Il fenomeno Squid Game rimane un esempio straordinario di come una produzione sudcoreana possa conquistare il pubblico globale, combinando intrattenimento, critica sociale e personaggi indimenticabili, grazie soprattutto alla visione di un autore come Hwang Dong-hyuk che continua a innovare e sorprendere.






