Roma, 12 settembre 2025 – Si avvicina il momento cruciale per il passaggio di Sigfrido Ranucci dalla Rai a La7, un trasferimento che potrebbe segnare una svolta significativa nel panorama dell’informazione televisiva italiana. Come riportato da LaPresse, entro la fine del mese è infatti previsto un incontro decisivo tra il conduttore di Report e Urbano Cairo, presidente di La7 e della Cairo Communication.
Sigfrido Ranucci e il possibile addio alla Rai per La7
Ranucci, volto storico di Report su Rai3, è uno degli ultimi conduttori rimasti ancora interni a Viale Mazzini, dopo la recente uscita di figure come Monica Maggioni. Il conduttore ha più volte lamentato limitazioni nella libertà editoriale e risorse insufficienti per la realizzazione delle inchieste, elementi che avrebbero contribuito a un clima di crescente insoddisfazione. Il recente provvedimento disciplinare della Rai, firmato dall’amministratore delegato Giampaolo Rossi e dal direttore delle risorse umane Felice Ventura, ha ulteriormente complicato la posizione di Ranucci. Il provvedimento è stato motivato dalla sua partecipazione a programmi esterni senza autorizzazione, un’accusa che il giornalista ha contestato, ricordando le autorizzazioni telefoniche ricevute e la sua attività di promozione del programma e della libertà di stampa.
L’offerta di La7 e il futuro di Report
L’editore Urbano Cairo punta a rafforzare la rete La7 con un progetto ambizioso che garantirebbe a Ranucci maggior autonomia e risorse per approfondire temi di grande rilevanza sociale e politica. La proposta prevede il trasferimento del programma d’inchiesta, che però non potrà mantenere il nome Report – marchio di proprietà Rai – ma potrebbe essere rilanciato con un titolo simile, come già avvenuto in passato con altre trasmissioni che hanno cambiato network.
L’arrivo di Ranucci a La7 rappresenterebbe un colpo strategico per il canale, consolidandone l’immagine di rete indipendente e critica, mentre per Rai3 sarebbe una perdita considerevole sia in termini di ascolti che di credibilità. Le tensioni interne al servizio pubblico e la crescente attrazione esercitata da La7 sui professionisti dell’informazione sono elementi che potrebbero accelerare la decisione.





