L’attore premio Oscar Russell Crowe si è aperto nel podcast “Joe Rogan Experience,” offrendo uno sguardo crudo sulla sua vita frenetica, le sfide della sua carriera e le sue intense battaglie personali contro le dipendenze latenti. Crowe, che ha recentemente recitato nel film Nuremberg (che uscirà negli Stati Uniti il 7 novembre), ha ammesso che il suo ritmo di lavoro incessante lo ha portato a un punto di esaurimento mentale.
La ricerca della normalità dopo aver girato 5 film di fila
Descrivendo un programma di lavoro che ha definito “folle”, Russell Crowe ha rivelato di aver completato cinque film tra dicembre e agosto, iniziando poi le preparazioni per un sesto. Stava per iniziare le riprese del remake di Highlander, dove interpreta Ramirez, il personaggio reso famoso da Sean Connery. Tuttavia, a causa dell’infortunio alla caviglia della co-star Henry Cavill, la produzione è stata rimandata, un evento che Crowe ha descritto come “una preghiera esaudita”.
Crowe ha confessato il prezzo che questo ritmo ha avuto: “Ero vuoto, assolutamente vuoto”. Non aveva più “succo” per affrontare i meeting di produzione. La sua unica vera ricarica avviene in Australia, nella sua proprietà di 1.700 acri, un luogo che lui chiama affettuosamente “la panacea”. Crowe comprò il suo primo terreno di 100 acri nel 1996, prima ancora di girare L.A. Confidential. Lì, dichiara, si libera del suo marchio di celebrità: “supero quel cancello e sono un altro, l’intero concetto di brand svanisce“.
Questo approccio al lavoro si riflette anche nelle sue scelte attoriali, come il ruolo di Hermann Göring in Nuremberg. Crowe ha impiegato cinque anni per la ricerca di questo personaggio complesso, cercando di trovare “terreno fresco”. Ha esplorato il lato umano e oscuro di Göring, inclusa la sua dipendenza da oppiacei, notando che al momento dell’arresto aveva circa 40.000 pillole. Crowe ha sottolineato: “il fascino è una delle armi più grandi del male”.
La lotta “genetica” contro il gioco d’azzardo normalizzato
Russell Crowe ha affrontato con onestà il suo rapporto personale con il gioco d’azzardo, considerandolo una “faglia genetica”. Ha raccontato un’esperienza formativa a Reno all’inizio della sua carriera, quando, dopo aver vinto e perso tutto alla roulette, si è ritrovato in macchina, solo con $25 in tasca e la paura di non poter tornare a Los Angeles. Dopo aver recuperato faticosamente il denaro necessario, ha avuto una reazione fisica: “Ho cominciato a vibrare in tutto il corpo. Era come se stessi avendo una specie di attacco”.

In seguito, sua madre gli rivelò che il suo bisnonno era un giocatore d’azzardo professionista che “una volta scommise via la sua casa”, un atto impulsivo che mantenne la famiglia in povertà per altre due generazioni. Per questo motivo, Crowe è estremamente cauto: “so che è in me, quindi non ci vado nemmeno vicino”.
L’attore ha espresso profonda preoccupazione per la normalizzazione del gioco d’azzardo in Australia, specialmente attraverso le app mobili. Ha notato come le quote vengano regolarmente inserite nei notiziari sportivi. Crowe ha raccontato di aver avuto una “conversazione molto seria” con i suoi figli, sorpresi a controllare le loro scommesse al telefono. Ha avvertito i ragazzi: “quello che sono 5 o 10 dollari ora si trasformerà facilmente in 400 o 500 dollari in un minuto, 1.000 dollari”, esortando a riconoscere che il gioco non è solo divertimento, ma un meccanismo per recuperare le perdite. Egli ritiene che la responsabilità di educare i giovani sui pericoli di queste dipendenze debba iniziare in tenera età.






