Il mondo del cinema europeo e internazionale piange la scomparsa di Tchéky Karyo, attore franco-turco noto per la sua presenza magnetica sul grande schermo e per ruoli iconici come l’agente Bob nel cult Nikita di Luc Besson e il tormentato cacciatore in L’Orso di Jean-Jacques Annaud. Karyo si è spento venerdì 31 ottobre in Bretagna all’età di 72 anni, dopo una lunga battaglia contro un carcinoma adrenocorticale, come confermato dalla famiglia e dalla sua agente Elisabeth Tanner.
Tchéky Karyo, dalla Turchia a Parigi: un percorso artistico di rilievo
Nato a Istanbul nel 1953 da padre ebreo sefardita e madre greco-ortodossa, Karyo si trasferì in Francia da bambino, dove coltivò la passione per la recitazione studiando al Conservatorio e calcando i palcoscenici teatrali, tra cui il prestigioso Festival di Avignone negli anni Ottanta. La sua carriera cinematografica iniziò negli anni ’80, ottenendo subito riconoscimenti importanti come la candidatura ai César per La spiata (1982).
Un volto indimenticabile nel cinema europeo e hollywoodiano
Il successo internazionale arrivò con il film L’Orso (1988), dove interpretò un cacciatore solitario, ruolo che gli diede una fama immediata. Due anni dopo, nel 1990, la sua interpretazione dell’agente Bob in Nikita gli assicurò una notorietà mondiale, incarnando un personaggio ambiguo, mentore e figura paterna per la protagonista. Da allora, la filmografia di Karyo si arricchì con titoli di registi di fama come Ridley Scott (1492: La conquista del paradiso), Michael Bay (Bad Boys), Martin Campbell (GoldenEye) e i fratelli Taviani (La masseria delle allodole). In Italia, il pubblico lo ricordava anche per la partecipazione a pellicole come Va’ dove ti porta il cuore di Cristina Comencini.
Televisione e ultimi anni
Negli ultimi anni, Karyo aveva riconquistato una nuova stagione di popolarità grazie alla televisione, soprattutto con la serie britannica The Missing e il suo spin-off Baptiste, dove interpretava il detective Julien Baptiste, ruolo che gli aveva valso grande apprezzamento per la sua interpretazione profonda e malinconica. In un’intervista recente, aveva riflettuto sulla morte come “l’ultima lezione” da trasmettere ai propri figli, auspicando un addio indolore e dignitoso.
Tchéky Karyo lascia un’eredità artistica che ha attraversato più di quattro decenni, segnando con la sua intensità e versatilità la storia del cinema europeo e internazionale.
