Milano, 21 ottobre 2025 – Luca Ravenna si confessa in un’intervista senza filtri, toccando temi che vanno dall’evoluzione della stand-up comedy alle sue inaspettate passioni, svelando un punto di vista disincantato sul mondo dello spettacolo e le differenze culturali italiane. L’artista, noto al grande pubblico grazie alla sua partecipazione alla prima stagione di LOL – Chi ride è fuori, è stato ospite del podcast Gurulandia, dove ha parlato della sua carriera, iniziata nell’era preistorica dei podcast, e del suo rapporto con le dinamiche di business e la creatività. Luca Ravenna, infatti, si distingue per uno stile unico, che combina l’autoironia con osservazioni pungenti sulla società, pur collocandosi nel mezzo tra i colleghi che curano ogni dettaglio tecnico e quelli che se ne fregano.
Il Boom dei Podcast e la comicità corporea
Luca Ravenna è considerato un “dinosauro dei podcast” avendo co-condotto Cashmir a partire dal 2020, in pieno secondo lockdown. Il progetto nacque dalla necessità di fare qualcosa non potendo fare spettacoli, in un periodo in cui il mercato era ancora in fase embrionale e dominato da esperimenti come il backstage dell’album di Sfera Ebbasta. Oggi, secondo Luca Ravenna, il mercato è notevolmente saturato, e la tendenza si è spostata verso argomenti sempre più seri e pesanti, come il crime, a discapito del “sano cazzeggio” comico. Realizzare un podcast comico con il ritmo radiofonico e l’efficacia dello “Zoo di 105” è estremamente difficile.
Questa serietà, ironizza Luca Ravenna, è particolarmente evidente a Milano, dove esistono persino premi per i podcast visti come gli Oscar. A differenza di Milano, che si prende “troppo sul serio”, Roma è una città più improntata al cazzeggio e allo stile “scialla”, rendendola un terreno fertile per i comici, che tendono ad essere romani e molto bravi a chiacchierare.
Riguardo alla creatività nel futuro, Luca Ravenna esprime preoccupazione sull’uso dell’Intelligenza Artificiale per scrivere pezzi, sebbene ammetta di aver provato la tecnologia trovando incredibile come l’IA riesca a replicare il suo tono e la sua cadenza. Tuttavia, per Luca Ravenna, la comicità autentica non può prescindere dal corpo e dalle emozioni umane: la performance di un comico, un monologo in stand-up, include la risata suscitata dal linguaggio del corpo, dal movimento, e dalle esperienze vissute. Finchè l’IA non potrà provare l’emozione di vedere il proprio padre cadere o di trasformare il “buco del cu*o in una trombetta”, non potrà eguagliare la comicità umana.
L’Arma vincente di Luca Ravenna a LOL e l’amore per l’acqua frizzante
La partecipazione di Luca Ravenna alla prima stagione di LOL – Chi ride è fuori nel 2021, durante la pandemia, fu un momento cruciale che lo fece esplodere vertiginosamente. Nonostante si considerasse “molto inesperto” e fosse andato male, sentiva di non aver fatto il pagliaccio ed era rimasto coerente con sé stesso. La sua “arma vincente” fu proprio l’essere percepito come l’elemento “fuori dagli schemi” e diverso dagli altri comici più navigati. Luca Ravenna ha anche riflettuto sull’operazione di washing smile di Prime Video, comprendendo che il successo del programma contribuiva a dare un’immagine “sana” e divertente all’azienda, pur essendone stato parte con piacere.
Oltre alla comicità e al tifo sfegatato per l’Inter (ricordando con dolore il 5 maggio 2002 come il peggior momento da interista), Luca Ravenna nutre una passione inusuale per l’acqua frizzante. Mentre per il vino ha la “bocca foderata di amianto” e non distingue un Vermentino da un Barbera, per l’acqua frizzante si definisce “un cane da tartufo”. Il suo sogno è aprire un piccolo brand di acqua frizzante con bottiglie riciclabili.
L’intervista ha toccato anche l’argomento igiene, dove Luca Ravenna si è mostrato intransigente sull’uso del bidet, affermando: “se una farfalla che vive un giorno deve scegliere un posto dove andare a morire a vivere io voglio che sia il mio cu*o che è perfetto”. Il comico ha infine espresso il desiderio di continuare a scrivere, non solo per il palco, ma anche per film, sognando, ironicamente, di aprire in futuro una panineria a Milano.






