Milano, 5 settembre 2025 – Nel racconto intimo e personale di Giorgio Armani, emergono con forza le figure fondamentali che hanno segnato la sua vita e la sua carriera, tra amori profondi, lutti dolorosi e legami familiari intensi. L’episodio dell’incendio a Pantelleria nell’agosto 2022 restituisce un’immagine autentica dello stilista, capace di salvare dall’ardore non solo l’anello simbolo del suo amore con Leo Dell’Orco, ma anche le fotografie di Sergio Galeotti, socio e compagno con cui fondò nel 1975 l’omonimo brand.
Amori e affetti nel cuore della vita di Giorgio Armani
L’anello recuperato tra le fiamme rappresenta più di un semplice gioiello: è il simbolo di un legame duraturo con Leo Dell’Orco, braccio destro e compagno di una vita, con cui Armani ha condiviso lavoro e affetti. Dell’Orco, responsabile delle collezioni uomo e compagno dello stilista per oltre trent’anni, è stato sempre al suo fianco, senza necessità di proclamazioni ufficiali, ma con un rispetto e un’affetto palpabili. Armani ha iniziato a parlare apertamente di lui negli ultimi anni, mostrando anche l’anello in pubblico, segno tangibile di un’intimità condivisa.
Altri amori e legami affettivi sono rappresentati dalla sorella Rosanna Armani, sua musa e collaboratrice di lunga data, la cui presenza ha spinto Giorgio a entrare nel mondo della moda, e dal “fratello minore” Sergio Galeotti, co-fondatore del marchio e compagno di vita negli anni ’70 e ’80. La scomparsa di Galeotti, avvenuta nel 1985 per complicazioni legate all’AIDS, ha segnato profondamente Armani, che ha sempre mantenuto un riserbo toccante su quel dolore, chiudendosi nel silenzio ogni 14 agosto, anniversario della sua morte.
Il ruolo di Sergio Galeotti nella nascita e crescita del brand
Sergio Galeotti è stato molto più di un socio per Armani: architetto di formazione, ha gestito gli aspetti finanziari e amministrativi della nascente azienda, contribuendo in modo decisivo alla sua affermazione internazionale. L’incontro tra i due avvenne nel 1966 a Forte dei Marmi, e fu Galeotti a spingere Armani a mettersi in proprio, convincendolo a vendere il suo Maggiolino Volkswagen per finanziare la nuova impresa. Nonostante la sua prematura scomparsa, Galeotti è rimasto una presenza indelebile nella vita e nel lavoro dello stilista, che gli ha sempre riconosciuto la geniale intuizione e il sostegno essenziale.
Nel racconto di Armani, Galeotti appare come un compagno di viaggio senza eguali, la cui perdita ha rappresentato un momento di crisi ma anche di profonda riflessione e rinascita personale e professionale.
La famiglia allargata tra lavoro e affetti autentici
Accanto a questi legami centrali, la figura di Giorgio Armani si completa con la presenza di una vera e propria famiglia allargata, dove collaboratori e amici di lunga data hanno avuto un ruolo di primo piano. Le figlie di Sergio Galeotti, Silvana e Roberta, hanno trovato nello zio Giorgio un punto di riferimento paterno. Silvana, inizialmente centralinista, è diventata il braccio destro di Armani nelle collezioni donna, mentre Roberta ha gestito con successo l’ufficio celebrità, seguendo star e eventi in tutto il mondo.
A completare questo quadro, ci sono amici come Daniela Morera e Fabio Belotti, presenti in ogni vacanza con Armani, e la dirigente della comunicazione, Anoushka Borghesi, che per lo stilista è stata quasi una figlia adottiva. Infine, l’inseparabile assistente personale Paul Lucchesi, un compagno di vita discreto e protettivo.
Queste relazioni, costruite con discrezione e fedeltà, rappresentano per Giorgio Armani il vero nucleo di un’esistenza segnata da rigore professionale ma anche da un sentimento profondo e riservato verso chi ha condiviso con lui il cammino umano e creativo.






