Milano, 3 novembre 2025 – Francesco Gabbani, noto per la sua interfaccia solare e positiva, si è raccontato senza filtri durante un’intervista a Supernova di Alessandro Cattelan. L’artista toscano, fresco del suo ruolo come giudice a X Factor, ha esplorato temi profondi che vanno dai massimi sistemi esistenziali alla sua filosofia personale sulla salute mentale e la positività. Nonostante l’immagine pubblica allegra che lo ha reso famoso, Gabbani confessa di essere “un un essere molto inquieto, molto autoanalitico”. Questa sua predisposizione all’analisi e all’introspezione lo accompagna fin da piccolo. Tuttavia, l’approccio sorridente e positivo che Gabbani mostra nella sfera sociale è una “scelta” consapevole, basata sul principio cristiano del “fai agli altri quello che vorresti che gli altri facessero a te”. Per Gabbani, portare positività negli scambi è fondamentale, poiché il modo in cui reagiamo agli eventi che non dipendono da noi è l’unico aspetto su cui possiamo intervenire.
Gabbani tra la scelta della positività e i campi magnetici
Gabbani crede fermamente che la positività sia un’interazione, non solo uno stato d’animo. Sebbene non abbracci il misticismo o le religioni per spiegare l’inspiegabile, l’artista si affida alla fisica pragmatica: “tutto è vibrazione”. Ogni pensiero elaborato corrisponde a un impulso elettromagnetico. Gabbani spiega: “un pensiero positivo ha un impulso una frequenza esattamente diversa da un pensiero negativo”. Perciò, ponendosi in modo positivo, è più probabile che si trovi un’interconnessione con qualcosa che vibra alle stesse frequenze. Questo approccio alla vita si riflette anche nella sua natura non pretenziosa. Il Gabbani che sta sul palco è “molto sovrapponibile a Francesco Gabbani che è in casa sua in ciabatte e mutande”.
Riconoscere i limiti e la gavetta tarda
Il successo di Gabbani è arrivato relativamente tardi, con Sanremo Giovane nel 2016, quando aveva già 33 anni. Prima di ciò, ha affrontato oltre un decennio di vera “gavetta”. L’artista toscano è cresciuto suonando blues e funky con band come i Tricobalto, esibendosi in locali in tutta la Toscana. Durante quegli anni, oltre a suonare, Gabbani lavorava come commesso e tecnico (fonico di palco), una deformazione professionale che lo porta ancora oggi a vestirsi “da tecnico”. A 30 anni, non avendo ottenuto risultati concreti come cantante, aveva deciso di smettere e dedicarsi esclusivamente all’attività di autore. “Quasi quando non l’aspettavo più”. La fortuna, che deve incontrare la preparazione precisa l’artista, lo ha riportato sul palco.

Oggi, come giudice, Gabbani affronta la difficoltà di dire di no, ma cerca di trasmettere ai giovani una lezione preziosa: “Non fare musica per voler diventare famosi… ma eventualmente diventar famosi e fare i soldi perché hanno sempre fatto musica”. Infine, l’artista si definisce umilmente, citando i suoi limiti vocali naturali: “La verità è che io non sono un cantante è strano dirlo, ma è così”. Invece di superare i limiti, Gabbani consiglia di riconoscerli, imparando a “sguazzare dentro” ciò che la natura ci ha dato, come hanno fatto grandi artisti come Ligabue o Vasco Rossi.






