Genova, 30 dicembre 2025 – Mohammad Hannoun, 63 anni, è al centro di un nuovo sviluppo giudiziario dopo il suo arresto con l’accusa di aver finanziato Hamas tramite associazioni benefiche da lui fondate e gestite, con un ammontare stimato superiore a sette milioni di euro. Attualmente detenuto nel carcere di Marassi a Genova in isolamento, Hannoun sarà trasferito a breve in una struttura penitenziaria dotata di una sezione specifica per detenuti accusati di terrorismo, come disposto dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
Hannoun, trasferimento in carcere con sezione antiterrorismo
Il carcere di Marassi, dove Hannoun si trova attualmente, non dispone infatti di una sezione AS2, riservata a detenuti con accuse di terrorismo o eversione, caratterizzata da una sorveglianza rafforzata e un regime di isolamento più severo. Le strutture italiane con queste caratteristiche sono poche; la destinazione prevista per Hannoun dovrebbe essere il carcere di Ferrara o quello di Alessandria. Gli avvocati difensori, Fabio Sommovigo ed Emanuele Tambuscio, hanno sottolineato che si tratta di una decisione di natura amministrativa, indipendente da giudice e Procura, ma che complicherà certamente la difesa.
Le relazioni politiche e le accuse di finanziamento ad Hamas
Mohammad Hannoun è noto anche per le sue numerose relazioni con esponenti politici della sinistra italiana, tra cui incontri con figure come Laura Boldrini e Nicola Fratoianni, e la partecipazione a comizi e conferenze pubbliche. Presidente della onlus Abspp (Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese), Hannoun ha spesso organizzato eventi con la presenza di rappresentanti politici e attivisti, come la relatrice speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese.
Nonostante le accuse di finanziamento ad Hamas, Hannoun ha sempre negato con fermezza ogni coinvolgimento diretto in attività militari o terroristiche, affermando di sostenere solo progetti umanitari e la legittima resistenza morale del popolo palestinese. Recentemente ha annunciato che presenterà ricorso contro il provvedimento di foglio di via che gli è stato notificato, definendo le accuse “frottole” e ribadendo il suo impegno nella raccolta fondi per finalità umanitarie.
Il caso di Hannoun si inserisce in un contesto più ampio di controversie legate al finanziamento di Hamas, organizzazione politica e militare palestinese riconosciuta come terroristica da numerosi Paesi occidentali, ma considerata da altri attori internazionali come legittima forza di resistenza. La vicenda rimane sotto stretta osservazione da parte delle autorità italiane e internazionali.






