L’episodio del Pulp Podcast, uscito oggi, ha acceso un acceso confronto sul collasso climatico e sui metodi di protesta del movimento. Protagonisti del dibattito il rapper Federico Lucia, in arte Fedez, l’attivista di Ultima Generazione Alina Matei e la climatologa Serena Giacomin, direttrice scientifica di Italian Clima Network. Ecco nei dettagli cosa è successo.
Duro scontro tra Fedez e Ultima Generazione al Pulp Podcast: l’accusa sul jet privato e la replica del rapper
Matei ha puntato il dito contro l’uso dei jet privati, definiti simbolo di ostentazione in un Paese sempre più povero e in un mondo in crisi climatica. L’attivista ha sottolineato che ogni viaggio equivale alle emissioni di “nove camion pesanti”.

Fedez ha risposto senza mezzi termini, definendo il tema “mera retorica del cazzo” e una “battaglia inutile”. Pur precisando di non possedere un aereo ma di affittarlo occasionalmente, ha sostenuto che anche abolendo i voli privati “il mondo brucerebbe uguale”. L’impatto complessivo dell’aviazione, ha ricordato, è stimato tra il 2% e il 5% delle emissioni globali.
L’attivista ha ribattuto che la questione va letta in chiave sociale: l’1% più ricco inquina più del 66% della popolazione povera. Una sproporzione che, a suo dire, rende cruciale mettere sotto accusa lo stile di vita delle élite.
Proteste di Ultima Generazione: clamore o sensibilizzazione?
Il dibattito si è poi spostato sui metodi di protesta di Ultima Generazione, dai blocchi stradali ai sit-in. Fedez ha criticato duramente queste azioni, accusandole di “demonizzare categorie” e di fare “self branding sull’odio verso gli altri”. Secondo il rapper, l’approccio rischia di allontanare le persone dal problema climatico, facendo “più male che bene alla sensibilizzazione del tema”.
Matei ha difeso la disobbedienza civile come unica arma per alzare la voce: “è una forma di protesta che viene applicata solo e soltanto per alzare la voce”, ha ribadito.
La climatologa Giacomin ha confermato la gravità della crisi climatica, ma ha messo in guardia dal rischio di polarizzazione: azioni troppo “brutali” potrebbero consolidare l’indifferenza o il negazionismo.
Soluzioni e prospettive future
Il confronto si è chiuso con una riflessione comune: servono risposte rapide e incisive per abbattere le emissioni. Ma le strade per arrivarci restano divergenti.
Giacomin ha sottolineato l’urgenza di una transizione culturale, oltre che energetica, basata su leve emotive ma anche su esempi positivi. Matei ha ammesso che Ultima Generazione è ancora in fase di sperimentazione, riconoscendo: “non abbiamo la verità in tasca”.
Fedez, invece, ha accusato il movimento di inseguire la visibilità, anche attraverso interviste “ridicolizzanti” come quelle a La Zanzara. Matei ha replicato che la ricerca di attenzione è strumentale a diffondere il messaggio.
Nonostante le divergenze, tutti hanno convenuto su un punto: la crisi climatica è reale e la finestra per agire si sta chiudendo velocemente.






