Milano, 22 ottobre 2025 – In un clima di riflessione e confessioni, Fedez torna a raccontarsi nel suo ultimo libro, L’acqua è più profonda di come sembra da sopra, svelando aspetti inediti della sua vita privata e professionale. Il rapper milanese, noto anche per la sua lunga carriera musicale e televisiva iniziata nel 2006, affronta temi delicati come la fine del matrimonio con Chiara Ferragni, ma anche episodi legati alla sua giovinezza e alle amicizie con gli ultras del Milan.
La fine del matrimonio con Chiara Ferragni: un racconto senza filtri
Nel volume, Fedez non risparmia critiche all’ex moglie, definendola “un’allucinazione collettiva” e sottolineando come tra loro fossero due mondi diametralmente opposti, destinati a separarsi. Nonostante il legame profondo e le confidenze intime condivise durante la loro relazione, il rapper mette in evidenza alcune divergenze sia a livello personale che professionale.
“Chiara per me è stata una confidente, la mia spalla nei momenti più difficili, ma sul suo lavoro ho qualche dubbio, perché di business non ne capisce molto”, scrive Fedez, esprimendo un giudizio severo sugli ambienti e le persone che la circondano, definite “insopportabilmente noiose”. Il rapper racconta anche di come i rapporti tra le famiglie siano sempre stati tesi e di come alcune figure vicine a Chiara, come Fabio Maria Damato, vivessero “della luce riflessa” dell’imprenditrice digitale.
Il libro affronta inoltre il controverso episodio del cosiddetto “Pandoro Gate” e il discusso bacio con Rosa Chemical durante Sanremo 2023, eventi che hanno segnato la loro vita pubblica e privata. Anche il capitolo dedicato alla vicenda del tradimento con Angelica Montini è affrontato con sincerità: “Il sentimento per Chiara era reale, con lei volevo costruire. Con Angelica era diverso”, ammette il rapper.

Un passato difficile tra amicizie pericolose e la militanza ultras
Oltre alla sfera privata, Fedez apre uno squarcio sul suo passato giovanile, segnato da frequentazioni non sempre raccomandabili. L’adolescenza trascorsa a Rozzano nei quartieri di Milano è stata turbolenta e caratterizzata da legami con ambienti a rischio.
“Ho frequentato le peggiori compagnie di Milano, ambienti pericolosi dove c’era microcriminalità e spaccio. Se oggi mio figlio facesse quello che facevo io, sarei preoccupato per la sua sicurezza”, confessa l’artista, sottolineando come i suoi genitori non fossero pienamente consapevoli delle sue frequentazioni.
Il libro dedica spazio anche al “caso Iovino”, un episodio controverso legato a certi ambienti ultras del Milan con cui Fedez ha mantenuto amicizie. Pur riconoscendo che alcuni di questi amici hanno commesso reati, il rapper chiarisce la propria posizione: “Non mi sono mai macchiato di crimini, ma frequento persone che ne hanno commessi. Se alcuni ultras cercano di ripulirsi, non significa che io sia coinvolto nelle loro azioni”. Questa testimonianza mette in luce la complessità delle relazioni tra il mondo artistico e certi ambienti di tifoseria organizzata, spesso fraintesi dai media.






