Milano, 20 settembre 2025 – Enzo Iacchetti, storico volto del programma satirico Striscia la notizia, ha recentemente rilasciato un’intervista a Fanpage.it in cui denuncia gravi ripercussioni professionali e personali a seguito delle sue dichiarazioni sulla situazione a Gaza, avvenute nello scontro televisivo con Eyal Mizrahi durante È sempre Cartabianca. L’artista, riconosciuto per il suo impegno nel cabaret e nella televisione italiana, racconta di trovarsi sotto attacco per aver espresso un’opinione schietta e critica sul conflitto che interessa la Striscia di Gaza, una delle aree più complesse e delicatamente geopolitiche del Medio Oriente.
Le critiche a Iacchetti
Iacchetti spiega di aver sentito il bisogno di esporsi pubblicamente: “Chi ha la responsabilità di intervenire resta in silenzio. Ho agito come cittadino, non come comico. Ho sfondato la quarta parete“. Rivendica la sua posizione umanitaria: “Questa non è una battaglia ideologica, ma una questione di giustizia e umanità“.
Colpisce l’assenza di solidarietà dal mondo politico progressista: “Nessun politico di sinistra mi ha scritto. In questo momento non appartengo a nessuno, sto solo dalla parte della gente che soffre“. Allo stesso tempo, Iacchetti condanna apertamente Salvini e Meloni: “Vergognose le parole del ministro alla tv israeliana. Se continuano così, perderanno le prossime elezioni”.
Minacce e applausi
Sul confronto con Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele, Iacchetti non arretra: “È venuto in tv per fare propaganda. La frase ‘Definisca bambino’ è stata indegna, neanche il diavolo avrebbe avuto il coraggio di dirla“. E aggiunge: “La stessa comunità ebraica lo ha criticato“.
Mentre alcuni lo attaccano definendolo “ubriacone” o “fascista”, Iacchetti riceve solidarietà da nomi inattesi, come Rula Jebreal e Antonio Ricci, che gli ha inviato un vecchio video satirico contro Israele dal Drive In: “Il sostegno di Ricci è stato il più bello. Lui sa cosa succede dopo che ti esponi“.
Iacchetti riflette anche sull’impatto sociale delle sue parole: “Ovunque mi fermano per strada per ringraziarmi. Ma ho paura per la deriva del dibattito. Chi protesta viene delegittimato o minacciato“.
Infine, chiarisce: “Non sono un opinionista. Vorrei solo tornare a fare il mio lavoro. Ma, come Morgan, mi trovo a perdere opportunità. Non sono andato in tv per visibilità: ho solo detto quello che sentivo“.






