Il comico Daniele Fabbri ha recentemente raccontato nel podcast Tintoria le conseguenze della querela per diffamazione presentata contro di lui dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con una richiesta di risarcimento pari a 20.000 euro. Durante la conversazione, Fabbri ha analizzato come questa vicenda abbia inciso sul suo lavoro, creando un clima di autocensura e difficoltà organizzative, e ha riflettuto sul significato della satira e del linguaggio volgare nel contesto culturale italiano. L’intervista ha esplorato anche episodi collaterali, come la temporanea sospensione del suo canale YouTube, e ha illustrato le iniziative che il comico ha intrapreso per tutelare la libertà d’espressione.
La querela di Giorgia Meloni: come è nata
Il fulcro della vicenda risale a un episodio del podcast di Fabbri del 2021, in cui il comico commentava gli insulti sessisti rivolti a Giorgia Meloni da un professore universitario. Pur condannando il sessismo, Fabbri sosteneva la legittimità della rabbia verso le figure politiche, proponendo un linguaggio comico alternativo, volutamente infantile o ridicolo, ma privo di connotazioni offensive reali. Parole come “puzzona”, “caccolona” o termini dialettali servivano a illustrare il concetto senza ledere direttamente nessuno.
Iter del processo e richiesta di risarcimento
Fabbri ha raccontato di aver ricevuto la notifica della querela senza conoscere inizialmente il nome del querelante, rimanendo all’oscuro per sette mesi. Solo in seguito ha scoperto che la denuncia proveniva da Giorgia Meloni. I legali della presidente hanno formalizzato la costituzione di parte civile durante l’udienza preliminare, avanzando una richiesta di risarcimento di 20.000 euro per i presunti danni psicologici provocati dalle parole del comico. Il processo è ancora in corso e il dibattimento completo, in cui verranno ascoltate tutte le parti, è fissato per maggio. Nonostante inviti della giudice a riconsiderare la denuncia, la parte querelante ha confermato la volontà di proseguire.
Querele intimidatorie e criticità del sistema italiano
Fabbri ha inserito il proprio caso nel più ampio fenomeno delle cosiddette querele temerarie (SLAPP), pratiche legali usate per intimidire l’accusato più che per ottenere una condanna. In Italia, il problema è particolarmente rilevante: anche quando l’imputato viene assolto, le spese legali non vengono rimborsate, rendendo la querela uno strumento a basso costo per il potere e oneroso per chi subisce la denuncia.
Effetti sulla carriera di Fabbri
La querela ha avuto ripercussioni concrete sul lavoro di Fabbri. Lo spettacolo “Quando c’era lei” ha subito un rallentamento: date del tour non sono state aggiunte, la promozione è stata ridotta e alcuni teatri hanno minimizzato l’esposizione mediatica, fino al ritiro anticipato dello show. L’obiettivo era evitare di trovarsi “radioattivo” e concentrarsi su nuovi progetti.
La sospensione del canale YouTube di Daniele Fabbri
Un altro episodio ha visto la temporanea sospensione del canale YouTube di Fabbri, con quasi 100.000 iscritti, proprio il giorno di un’udienza del processo. L’allarme iniziale di possibile censura politica si è rivelato infondato: la causa era un video in cui appariva brevemente un frame di un sito per adulti, rilevato dagli algoritmi della piattaforma. Grazie all’intervento di “The Comedy Club”, il canale è stato rapidamente ripristinato.
Satira e linguaggio: tra provocazione e riflessione
Fabbri ha contestato l’idea che la censura in Italia derivi dal “politicamente corretto”, sostenendo invece che provenga dal potere politico ed economico e sia esercitata tramite strumenti legali come le querele intimidatorie. La satira, secondo il comico, deve anche sfidare il proprio pubblico, stimolando autocritica e riflessione, e non limitarsi a confermare le opinioni già condivise.
L’importanza del linguaggio volgare secondo Fabbri
L’uso di parolacce e bestemmie nei suoi spettacoli non è mera provocazione: Fabbri lo considera uno strumento espressivo che genera emozioni forti e liberatorie. Iniziative come il “Parco Pubblico”, dove gli alberi piantati dai fan portano nomi volgari, evidenziano il valore comunicativo e simbolico della volgarità nella sua comicità.
Nuove iniziative e progetti futuri
Per rispondere alle difficoltà legali, Fabbri ha creato un fondo a sostegno della satira, destinato a coprire le spese legali di artisti e autori vittime di querele intimidatorie. Inoltre, sta preparando un nuovo spettacolo, “Clitoridere”, che debutterà a Roma a febbraio e partirà in tour esteso nel 2026. Tra i progetti più personali, ha previsto anche un tatuaggio simbolico che ricorderà la fine del processo, con ironia e spirito satirico.






