Roma, 23 settembre 2025 – Tre consiglieri della Rai, Alessandro di Majo, Davide Di Pietro e Roberto Natale, hanno avanzato una richiesta forte e chiara: l’Italia non dovrebbe partecipare all’Eurovision Song Contest 2026. La decisione nasce in un contesto di tensioni internazionali e proteste sociali che hanno visto l’Italia attraversata da un’ondata di solidarietà verso la popolazione palestinese.
La posizione dei consiglieri Rai: Eurovision e diritti umani
I tre consiglieri sottolineano che l’Eurovision è storicamente un evento fondato su valori di pace, inclusione, rispetto e fratellanza. Tuttavia, avvertono che la partecipazione di paesi coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani rischia di compromettere la credibilità e il senso della manifestazione. Ricordano come in passato l’Unione Europea di Radiodiffusione (Ebu) abbia escluso la Bielorussia e, dopo l’invasione dell’Ucraina, la Russia.
In questo contesto, la presenza italiana senza alcun segnale di dissenso potrebbe essere interpretata come una legittimazione tacita di quanto sta accadendo. I consiglieri chiedono quindi che l’Italia, paese fondatore dell’Unione Europea e storicamente impegnato nella promozione della pace, assuma una posizione coerente con i propri valori costituzionali e con il sentimento di larga parte della cittadinanza.
Pressione simbolica e decisione politica
Secondo i consiglieri Rai, annunciare ora la scelta di non partecipare all’Eurovision rappresenterebbe un segnale concreto di vicinanza a un popolo sottoposto a sterminio e un modo per esercitare pressione su Israele, facendogli percepire un isolamento internazionale che potrebbe spingerlo a fermare le violenze. Questa mossa, si auspica, potrebbe forse aprire la strada a un ritorno sul palco di Vienna.
Nel corso delle ultime settimane, infatti, diverse emittenti pubbliche europee hanno già annunciato il loro rifiuto a partecipare all’edizione del 2026 qualora fosse presente Israele.
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