Ospite della nuova puntata del BSMT di Gianluca Gazzoli con il noto produttore musicale Charlie Charles si discute la sua carriera, a partire dalle sue origini musicali nell’hip-hop e nell’elettronica, fino alla sua evoluzione come figura centrale della scena trap italiana, in particolare attraverso le collaborazioni con artisti come Sfera Ebbasta e Ghali. Si affrontano argomenti come l’impatto delle piattaforme digitali e degli algoritmi sulla musica, le sue esperienze personali, inclusa la gestione dell’ansia e degli attacchi di panico, e il suo recente album “La bella confusione”, che rappresenta un progetto più personale e introspettivo. Inoltre, il produttore condivide aneddoti sulle dinamiche creative in studio, il suo ruolo nel successo di altri artisti, e le sfide di navigare l’industria musicale.
Charlie Charles, gli inizi, l’indipendenza e la rivoluzione del suono
Charlie Charles, produttore e figura centrale nell’affermazione della trap italiana, ha mosso i primi passi in un contesto di profonda indipendenza. Inizialmente, lui e Sfera Ebbasta rifiutarono l’offerta di entrare nel roster di Roccia Music (di Marracash e Shablo), mossi dalla convinzione che il loro primo disco, Per davvero, dovesse uscire in autonomia per evitare di sembrare “raccomandati“. Charlie stesso si occupò di pagare la stampa delle 500 copie iniziali e di applicare i bollini, dimostrando una forte determinazione. Solo successivamente, siglarono l’accordo con Roccia Music.
La sua passione per la musica era nata in un ambito completamente diverso: l’elettronica e la techno, ascoltate tramite set scaricati e vissute con un’emozione quasi viscerale. La svolta verso l’hip-hop avvenne scoprendo la scena del rap dal vivo a Settimo Milanese e il senso di comunità tra beatmaker, writer e MC. Charlie si dedicò totalmente alla produzione da autodidatta, imparando “giocando” con software come Fruity Loops per ore, considerando subito l’attività un vero e proprio lavoro. Era talmente ossessivo da numerare le sue basi (arrivando a 865) e ricordare precisamente i numeri delle tracce che segnarono tappe fondamentali, come la base 113 e “Per davvero” (429).
Charlie Charles fu sempre lucido e convinto del successo del nuovo suono che stava creando (tra il 2014 e il 2018), soprattutto perché si sentiva ispirato da idee fresche e in sintonia con le nuove tecnologie e piattaforme come Instagram e Spotify. Nonostante questa fiducia, l’accoglienza da parte della “vecchia scuola” rap fu “divisoria” e inizialmente critica, vedendoli come “antirap” a causa dell’uso dell’autotune e del nuovo approccio sonoro.

La filosofia del produttore e l’empatia
Charlie Charles si identifica fortemente nel suo ruolo di produttore, un mestiere che definisce come l’arte di “empatizzare con l’artista“. La metafora che utilizza più spesso per descrivere il suo lavoro è quella del sarto: il produttore prende le misure e cuce addosso all’artista l’abito musicale più giusto per lui, anche se non è quello ideale per il produttore stesso.
Questo approccio artigianale comporta spesso la necessità di “demolire” la parte musicale preesistente di un brano e realizzare 5, 6, 7 o 8 versioni diverse finché non si trova quella che calza meglio con il tema e l’emotività dell’artista. Lavorare con artisti affermati richiede grande attenzione ai modi in cui si comunica la necessità di cambiare, per evitare che sembri un problema di ego del produttore. La sua strategia è fidarsi della “reazione più istintiva, più primordiale” per trovare la verità del brano.
Durante il periodo di grande successo con Sfera Ebbasta, Charlie fu un precursore nell’insistere sull’inclusione del prods nel titolo dei brani, una mossa che non aveva l’obiettivo di renderlo famoso, ma di fargli pubblicità e riconoscere il suo ruolo, un elemento allora inedito nella discografia italiana. Tuttavia, in seguito, scelse di fare un passo indietro, soprattutto dopo Rockstar, per preservare il progetto Sfera e basta e tornare al ruolo tradizionale di produttore esecutivo.
Il percorso umano e la nuova musica personale
Nonostante il successo, Charlie ha vissuto momenti difficili legati all’ansia e agli attacchi di panico, un “trauma” derivante in parte dal successo improvviso vissuto da giovanissimo. Il primo attacco lo ebbe durante un live di Sfera, e inizialmente cercò le cause all’esterno (la musica, il lavoro, la ragazza). Solo successivamente, tramite un percorso di analisi, ha compreso che la causa risiedeva nei “grilli parlanti” interni e nella “paura della paura“.
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Questa esperienza personale ha dato vita al suo ultimo album, La bella confusione, un progetto che si allontana dalla trap per esplorare territori più personali. Per Charlie, la validazione di questo disco non sta nei numeri di streaming, ma nei messaggi commoventi e profondi che riceve dai fan: “è bello farlo per questo, no? Quindi è vero, magari non l’hanno sentito 100 milioni di persone, ma quella persona che l’ha sentito l’ha sentito veramente nel cuore“.
L’album è stato costruito coinvolgendo artisti vicini a lui umanamente, utilizzando le loro voci per raccontare la propria storia. L’incontro con Mahmood, ad esempio, ha prodotto un brano il cui testo incredibilmente parlava della condizione esistenziale di Charlie, inclusi riferimenti al suo passato da barista, pur non essendoci state forzature tematiche. Il featuring finale con Sfera è stato un momento “estremamente romantico“, poiché Sfera, pur non avendo nulla da dire specificamente su Charlie in quel momento, rappresenta una parte fondamentale della sua storia di vita e musicale.
Il rapporto con l’industria e il futuro
Riguardo al mercato attuale, Charlie nutre frustrazione verso il mondo delle piattaforme digitali (come Spotify) che, tramite gli algoritmi, condizionano gli ascolti e rendono le persone “pigre” nella ricerca musicale, concentrando l’attenzione sui risultati e le classifiche. Allo stesso modo, ha espresso il suo disagio per l’esposizione sui social media, sentendosi “intossicato” dalla rappresentazione irreale e illusoria della “vita meravigliosa degli altri“. Per disintossicarsi, ha disattivato e riattivato il suo profilo, usando ora Instagram solo tramite browser per scoraggiarne l’uso.
Nonostante sia un perfezionista, Charlie è anche un grande appassionato di cultura nerd, in particolare di Pokémon, di cui colleziona master set di carte.
Guardando al futuro, Charlie si prepara ad accogliere il suo primo figlio, Kyle, atteso per la fine di dicembre. Vede questo momento come un’opportunità necessaria per prendersi una pausa dopo anni di lavoro incessante e dedicarsi completamente alla famiglia, un gesto d’amore che lo aiuterà a guardarsi dentro ulteriormente. Il suo rapporto di lunga data con la sua compagna (11-12 anni) è fondamentale per il suo equilibrio, essendosi aiutati a crescere insieme e a non restare “inchiodati” nel passato.






