Caparezza, all’anagrafe Michele Salvemini, lo ripete più volte, come a voler fugare ogni dubbio: “Il disco è positivo, solare“. Con Orbit orbit, il rapper di Molfetta torna dopo anni difficili con un progetto che intreccia musica e fumetto, entrambi nati dalla stessa mente e dallo stesso slancio creativo. “È il concept più concept che ho fatto“, spiega, definendolo “il lavoro più sfaccettato della mia carriera“.
L’acufene e l’ipoacusia
L’artista racconta di aver voluto realizzare “un disco felice“, sottolineando: “I tempi negativi sono andati“. Parole che assumono un peso particolare se si pensa ai problemi di salute che avevano messo in crisi il suo rapporto con la musica e con se stesso. “Dopo il problema dell’acufene, che ho ancora, ormai compagno di vita, si è aggiunta l’ipoacusia, una nuova rottura di palle molto frequente per i musicisti, anche se non se ne parla quasi mai“, racconta Michele Salvemini, 52 anni.
“Dopo aver cominciato un po’ troppe volte a dire ‘scusa non ho capito’, il mio otorino mi ha detto che stavo perdendo udito“, confida. Da lì è iniziato “un periodo di stop“, che lui stesso descrive come “un bel po’ negativo“. La musica non gli dava più gioia, e Caparezza si è sentito “letteralmente perso“.
Caparezza e la salvezza grazie al fumetto
A salvarlo è stata la sua seconda grande passione: il fumetto. Nel brano A comic book saved my life racconta come, in tre momenti diversi della vita, il disegno e le storie su carta siano riusciti a tirarlo fuori dal buio. “Il fumetto è riuscito a farmi tornare la mentalità positiva che avevo perso, quindi ho studiato e ho scritto la mia prima sceneggiatura“.
Da quell’esperienza è nato un volume di 250 pagine. “Inizialmente non prevedeva un disco, ma poi mi è scappata la mano“, sorride. “Così, dal pensare che non avrei fatto più nulla, è venuto fuori il lavoro più complesso mai fatto“.
Oggi Caparezza si dice “pacificato“, anche nei confronti dell’ipoacusia. “Ho gli apparecchi acustici, è il primo disco che voi sentirete meglio di me. Ma ci convivo e li consiglierei a chiunque fa musica“. L’artista racconta di aver faticato ad accettare la situazione: “Non volevo ammettere di avere questo problema, ma mi hanno fatto notare che chi non vede bene porta gli occhiali e chi non sente bene ha gli apparecchi. È la stessa cosa, anche se non ugualmente accettata“.

Il nuovo disco Orbit Orbit
Il titolo Orbit orbit richiama l’onomatopea con cui Caparezza identifica l’immaginazione, che considera “l’unica vera libertà che nessuno può toglierti“. Il disco e il fumetto procedono insieme, in un viaggio nello spazio che diventa una metafora interiore: un modo per scongiurare la negatività e ritrovare empatia.
Musicalmente, l’album guarda all’elettronica space di fine anni Settanta e inizio Ottanta, mescolando fantasia e realtà. Dentro ci sono un campionamento di Gianni Morandi, un sample dei Rockets, una cover di Enzo Del Re “fatta di sole onomatopee del fumetto” e un finale orchestrale con 76 elementi. Ma c’è anche lo sguardo lucido sull’attualità: “Vivo come un incubo il ritrovarmi in un mondo che è l’esatto opposto di quel che speravo quando avevo 20 anni“, dice. “Mi ritrovo guerre dietro casa, genocidio, colonialismo. Cose che inaspriscono l’essere umano e ci abituano persino a truppe che ridono e fanno balletti mentre commettono atrocità. Se ci abituiamo anche a questo, creiamo un nuovo standard“.
Eppure, dentro Orbit orbit, non c’è solo denuncia: c’è la scelta di non arrendersi, di continuare a immaginare. E anche di accettare il tempo che passa. “Non voglio fare il giovanilista, ho cercato di fare un disco onesto che aderisca alla mia età“, spiega. “Trovo normale che uno di 50 anni non comprenda il linguaggio di un artista molto giovane. E quindi a loro dico: ‘ti auguro San Siro, ma la tua roba non la capisco’“.
Con serenità, aggiunge: “Sono contento di diventare vecchio. Il segreto della vita sta nella pacificazione con la nostra età“.




