Roma, 10 ottobre 2025 – È approdato a Roma, presso il The Space Cinema, il biopic dedicato a Bruce Springsteen, intitolato Bruce Springsteen: liberami dal nulla, che racconta un momento cruciale della vita del celebre cantautore statunitense, interpretato da Jeremy Allen White. L’attore ha condiviso sul red carpet il suo personale legame con il ruolo e il significato profondo dell’opera, mentre il regista Scott Cooper ha sottolineato come le tematiche affrontate nel film siano ancora estremamente attuali.
Jeremy Allen White: interpretare Springsteen tra musica e fragilità

Jeremy Allen White, classe 1991, noto soprattutto per il ruolo di Lip Gallagher in Shameless e per quello di Carmen “Carmy” Berzatto nella serie The Bear – che gli è valso numerosi premi tra cui tre Golden Globe e due Emmy – si è calato con dedizione nel personaggio di Springsteen. Durante la serata romana, White ha definito il sogno americano come “perseguire la felicità, lavorare sodo e ritagliarsi uno spazio per sé”, un concetto incarnato dalla figura di Springsteen che, ha spiegato, ha saputo trasformare le sue difficoltà personali in arte.
Il biopic si concentra sul 1982, un anno di grande tormento per Springsteen, segnato dal ritorno a casa nel New Jersey dopo il tour di The River e dalla creazione dell’album intimo Nebraska. White ha raccontato come abbia imparato a cantare e suonare la chitarra per rendere autentica la sua interpretazione, ricevendo anche il riconoscimento diretto del Boss, che ha seguito le riprese e visitato il set più volte. “Gli ho chiesto perché questo film, e lui mi ha parlato di un attacco di panico e della sensazione di essere un voyeur della propria vita”, ha rivelato White, descrivendo un momento di forte empatia tra lui e Springsteen.
Scott Cooper: un film che parla ai giovani di oggi
Il regista Scott Cooper ha evidenziato come il film non sia solo una biografia, ma un racconto che risuona con i problemi attuali: “Nel 1982 Bruce parlava di depressione, isolamento e sogni infranti, gli stessi temi che i giovani oggi stanno vivendo”. Cooper ha sottolineato l’importanza di una voce come quella di Springsteen, che dà voce a chi “vive ai margini della società” e che con la sua musica offre “speranza e senso di appartenenza” all’America.
Il film trae ispirazione dal libro di Warren Zanes e si concentra sulle difficoltà personali di Springsteen, il rapporto complicato con il padre e la relazione in crisi con Faye, interpretata da Odessa Young. Cooper ha inoltre evidenziato la collaborazione con Jeremy Strong nel ruolo del manager Jon Landau, fondamentale per la rinascita artistica e personale del cantautore.
Bruce Springsteen, conosciuto come “The Boss”, è un’icona mondiale della musica rock con una carriera attiva da oltre cinquant’anni, capace di raccontare la vita degli “ultimi” d’America attraverso album come Born to Run, The River e Born in the U.S.A.. La sua musica e il suo impegno civile continuano a ispirare generazioni e la pellicola cerca di portare sullo schermo questa eredità con uno sguardo intimo e attuale.
La pellicola sarà nelle sale italiane a partire dal 23 ottobre 2025, promettendo di restituire al pubblico non solo la storia di un artista leggendario, ma anche una riflessione sul senso profondo del sogno americano e delle sfide personali che ne fanno parte.
Fonte: Marco Vesperini - Bruce Springsteen, il regista del biopic: "Nel 1982 parlava dei problemi che viviamo oggi"






