Roma, 29 settembre 2025 – Dopo trentacinque anni di carriera all’interno della Rai, durante i quali ha ricoperto ruoli di rilievo come direttore di Rai 3, RaiNews 24, Radio 1 e San Marino RTV, Andrea Vianello ha ufficializzato la sua separazione consensuale dall’azienda pubblica lo scorso 25 aprile, giorno del suo compleanno. Un addio meditato e senza polemiche, come lo stesso Vianello ha spiegato in un’intervista rilasciata a Fanpage, sottolineando l’importanza di aver lasciato la Rai senza attriti, nonostante la mancanza di prospettive e interesse da parte dei vertici.
La carriera di Andrea Vianello: un percorso tra giornalismo e direzione editoriale
Nato a Roma il 25 aprile 1961, Andrea Vianello è una figura di spicco nel panorama giornalistico italiano, con una carriera iniziata negli anni Novanta come conduttore radiofonico su GR1 e poi con il programma di approfondimento Radio anch’io. Successivamente, ha esordito in televisione con Tele anch’io su Rai 2 nel 1999, consolidando la sua presenza sul piccolo schermo con programmi di successo come Enigma, Mi manda Raitre e Agorà. Nel corso degli anni è stato direttore di Rai 3 dal 2013 al 2016, vicedirettore di Rai 1 con deleghe specifiche dal 2017, e direttore di Rai News 24 e Rai Radio 1 negli anni successivi. Nel 2023 ha assunto la direzione generale di San Marino RTV, incarico dal quale si è dimesso nel marzo 2024.
Il suo impegno non si è limitato alla conduzione e alla direzione: Vianello ha anche scritto diversi libri, tra cui il noto “Ogni parola che sapevo” (2020), nel quale ha raccontato la sua esperienza personale con l’ictus che lo ha colpito nel 2019.
La sfida personale: l’ictus e la rinascita
Il 2 febbraio 2019, mentre conduceva il programma sportivo Rabona su Rai 3, Vianello è stato colpito da un’ischemia cerebrale causata da una dissecazione della carotide, risultato di una manovra effettuata da un osteopata. Questo evento ha temporaneamente compromesso la sua capacità di linguaggio, portandolo a un lungo percorso di riabilitazione. Solo grazie alla tempestività del soccorso e a un intervento chirurgico eseguito all’Ospedale Umberto I di Roma, è riuscito a superare momenti critici.
Nel suo libro, Vianello ha affrontato senza reticenze il tema dello stigma sociale legato all’ictus, evidenziando come la malattia, seconda causa di morte e prima di disabilità in Italia, sia ancora oggetto di taboo e paura, simile a quanto avvenuto per il cancro in passato. “Sono la stessa persona di prima, con qualche difficoltà in più, ma più vero con me stesso”, ha raccontato, spiegando che la sua priorità oggi è quella di valorizzare la propria esperienza nel coordinamento editoriale e di aprirsi a nuove opportunità professionali.
L’addio alla Rai e i progetti futuri
Con la fine della sua lunga esperienza in Rai, ufficializzata il 25 aprile 2025, Vianello ha dichiarato di non avere al momento intenzione di tornare alla conduzione televisiva, pur lasciando aperta la porta a eventuali futuri ritorni. “Ho svolto questo mestiere con rispetto e credo sia giusto lasciare spazio a nuove generazioni”, ha commentato.
La sua esperienza pluridecennale, che lo ha visto protagonista in molteplici ruoli nel servizio pubblico radiotelevisivo, rappresenta un patrimonio prezioso per il giornalismo italiano. Nonostante la separazione dalla Rai, Andrea Vianello resta una voce autorevole e apprezzata, impegnata nel raccontare storie di attualità, costume e politica con rigore e passione.
Andrea Vianello, nipote di Edoardo Vianello e Raimondo Vianello, ha costruito una carriera che incrocia giornalismo, conduzione e direzione editoriale, rappresentando un punto di riferimento nel panorama mediatico italiano degli ultimi trent’anni. La sua testimonianza sulla malattia ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi e le difficoltà legate all’ictus, una sfida che, come lui stesso ha spiegato, va affrontata con coraggio e consapevolezza.






