È morto all’età di 76 anni l’attore Remo Girone, uno dei volti più intensi e riconoscibili del cinema e della televisione italiana. Si è spento nella sua casa nel Principato di Monaco, dopo una lunga carriera che lo aveva portato dai palcoscenici teatrali alle grandi produzioni internazionali. A renderlo immortale fu il personaggio di Tano Cariddi, il ragioniere corrotto e spietato della serie cult La Piovra. Era il 1987, e da quel momento il suo volto divenne parte della memoria collettiva del Paese.
Girone era nato il 1° dicembre 1948 ad Asmara, in Eritrea, allora colonia italiana. A soli tredici anni si trasferì a Roma, dove scoprì la vocazione per il teatro. Dopo la maturità, abbandonò gli studi universitari per iscriversi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, la fucina dei grandi interpreti italiani. Da allora non si è più fermato.
L’uomo e l’attore: un successo vissuto con discrezione
Riservato, elegante, lontano dalle mode e dal clamore mediatico, Remo Girone ha sempre vissuto il successo con misura. Accanto a lui, per oltre quarant’anni, la moglie Victoria Zinny, anche lei attrice, con la quale ha condiviso palco e vita. “Era un uomo che parlava poco, ma che diceva sempre la cosa giusta”, raccontano amici e colleghi.
La sua voce profonda e inconfondibile lo rese anche un apprezzato doppiatore. È lui, per esempio, a dare voce e canto al capo Powhatan nel film Disney Pocahontas.
Nel 2021 aveva ricevuto il Premio Flaiano alla carriera, riconoscimento a un percorso artistico capace di attraversare generi, epoche e linguaggi senza mai perdere autenticità.
Dal teatro al mito de La Piovra
Il debutto sul grande schermo arrivò nel 1972 con Roma rivuole Cesare di Miklós Jancsó, seguito da L’anticristo di Alberto De Martino e dal primo ruolo da protagonista ne Il gabbiano di Marco Bellocchio. Ma il successo popolare esplose con La Piovra 3. Il suo Tano Cariddi, personaggio ambiguo e affascinante, divenne il simbolo della criminalità raffinata e senza scrupoli, lontana dagli stereotipi mafiosi. Girone riuscì a renderlo umano, persino tragico.
Il personaggio lo accompagnerà per anni, fino alle stagioni successive della serie, lasciando un segno profondo nella fiction italiana. “Tano non era solo cattivo – amava dire – era un uomo divorato dal potere.”
Tra cinema d’autore e Hollywood
Girone non si limitò al piccolo schermo. Ha lavorato con Ettore Scola, Pasquale Squitieri, Damiano Damiani, Giovanni Veronesi e persino Ben Affleck. Tra i suoi film più noti: Il viaggio di Capitan Fracassa, L’angelo con la pistola, Marquise, Heaven, Benvenuto Presidente! e La legge della notte.
Nel 2019 interpretò Enzo Ferrari nel film Le Mans ‘66 – La grande sfida, al fianco di Matt Damon e Christian Bale, portando il suo carisma italiano nel cuore di Hollywood.
Negli ultimi anni era tornato sul set in produzioni di successo come The Equalizer 3 con Denzel Washington e la serie Everybody Loves Diamonds.
Un’eredità di classe e passione
Remo Girone lascia il ricordo di un attore capace di attraversare il tempo con grazia e profondità. La sua arte non aveva bisogno di clamore: viveva nei silenzi, negli sguardi, in quella voce che riusciva a rendere credibile anche il male.
Con la sua scomparsa se ne va uno degli ultimi interpreti “alla vecchia maniera”, capace di fondere rigore teatrale e intensità cinematografica. Ma resta, indelebile, la sua lezione: recitare è raccontare la verità senza gridarla.






