Roma, 25 giugno 2025 – Si è spenta a Roma il 23 giugno 2025, all’età di 91 anni, Lea Massari, nome d’arte di Anna Maria Massetani, una delle figure più raffinate e riservate del cinema italiano e internazionale. Attrice di grande talento e versatilità, ha lavorato con registi di assoluto rilievo come Mario Monicelli, Sergio Leone, Dino Risi e Michelangelo Antonioni, lasciando un segno profondo grazie a interpretazioni intense e mai scontate. Negli ultimi anni, dopo il ritiro dalle scene, si era dedicata con passione alla tutela degli animali, impegnandosi in campagne contro la vivisezione e il maltrattamento.
Una carriera d’autore tra Italia e Francia
Nata a Roma il 30 giugno 1933, in una famiglia borghese con radici anche umbre, Lea Massari trascorse l’infanzia tra Spagna, Francia e Svizzera, per poi tornare nella capitale italiana. Iniziò gli studi in architettura, ma ben presto il suo destino cambiò grazie all’incontro con lo scenografo Piero Gherardi, che la introdusse al mondo del cinema. Nel 1954, fu Mario Monicelli a scoprirla e a lanciarla nel film Proibito, dove interpretò Agnese, una giovane donna dalla forte personalità, che catturò subito l’attenzione del pubblico e della critica.
Negli anni Sessanta, Lea Massari consolidò la sua fama lavorando con alcuni tra i più grandi nomi del cinema italiano: da Sergio Leone in Il colosso di Rodi a Dino Risi in Una vita difficile, passando per Alberto Sordi e Nanni Loy. Ma la sua carriera si estese anche oltre i confini nazionali, con ruoli di rilievo nel cinema francese e internazionale. Tra questi spiccano la madre Clara in Soffio al cuore di Louis Malle, la protagonista ne L’amante di Claude Sautet e la figura enigmatica di Anna in L’avventura di Antonioni, un ruolo che è ancora oggi tra i più emblematici della sua carriera.
Sul palcoscenico teatrale, Massari si cimentò con testi impegnativi e classici moderni, interpretando Rosetta in Rugantino e affrontando autori come Bertolt Brecht con la stessa passione che metteva in ogni sua interpretazione.
Il suo talento le valse riconoscimenti prestigiosi, tra cui un David di Donatello per Una vita difficile e due Nastri d’argento per le interpretazioni in Cristo si è fermato a Eboli e La prima notte di quiete. La sua ultima apparizione sul grande schermo risale al 1990 con Viaggio d’amore di Ottavio Fabbri, dopodiché scelse di ritirarsi nella sua amata Sardegna.
Un’impegno civile per la difesa degli animali
Dopo aver abbandonato la carriera artistica, Lea Massari scelse di vivere lontano dai riflettori, dedicandosi con altrettanta intensità a una causa che le stava profondamente a cuore: la tutela degli animali. Da cacciatrice, come aveva raccontato in un’intervista, si trasformò in una convinta animalista, impegnandosi nella salvaguardia di cani e gatti, sostenendo canili e associazioni anti-caccia.
La sua battaglia contro la vivisezione e i maltrattamenti animali fu una delle sue più significative eredità etiche. Non solo denunciava apertamente queste pratiche, ma adottò uno stile di vita coerente, diventando vegetariana e rifiutando l’uso di pellicce. La conversione a una posizione animalista fu anche il frutto di un momento di svolta personale: “Ho smesso di sparare dopo aver ucciso un coniglietto inconsapevole”, confessò, sottolineando quanto quella esperienza avesse segnato il suo percorso umano e morale.
La Sardegna, terra che aveva amato sin dal suo debutto cinematografico e dove si era stabilita definitivamente, divenne il rifugio ideale per la sua nuova vita. Qui, lontana dal clamore del cinema, continuò a lottare per il rispetto della vita animale, mantenendo viva la sua anima ribelle e indipendente.
Lea Massari: un’antidiva nel cuore del cinema italiano
Lea Massari è stata più di un’attrice: un’antidiva per eccellenza, una donna che ha sempre scelto la sincerità e l’autenticità rispetto al successo facile. La sua personalità forte e talvolta schiva le ha permesso di costruire una carriera solida, fatta di scelte coraggiose e interpretazioni mai banali.
Nonostante i successi internazionali, in Italia la sua figura è sempre stata quella di un’artista fuori dagli schemi, apprezzata per la sua modernità e la capacità di portare sullo schermo ruoli complessi e sfaccettati. Il suo legame con registi come Monicelli e Risi ha contribuito a definire un’epoca d’oro della commedia all’italiana, mentre la collaborazione con Antonioni e Malle ha aperto nuovi orizzonti di sperimentazione cinematografica.
La sua vita privata, segnata da amori e dolori, come la perdita del fidanzato Leo da cui prese il nome d’arte, ha alimentato quella sensibilità artistica che traspariva in ogni sua apparizione. Sposata con Carlo Bianchini dal 1963 al 2004, ha sempre mantenuto una certa distanza dal mondo dello spettacolo, rifiutando inviti a tornare sul set e preferendo vivere un’esistenza riservata, con pochi ma fedeli amici.
Lea Massari lascia un’eredità preziosa, non solo nel panorama culturale italiano, ma anche come simbolo di una vita dedicata all’arte e alla difesa di valori profondi, a partire dal rispetto per gli esseri viventi. La sua scomparsa rappresenta la fine di un’epoca e il ricordo di una donna che ha saputo coniugare talento e impegno con rara intensità.






