Attivisti e associazioni denunciano sanzioni contro la relatrice ONU e chiedono maggior impegno italiano per difendere i diritti umani e la situazione a Gaza.
Roma, 19 luglio 2025 – Si è svolto in Piazza Santi Apostoli, nel cuore di Roma, un presidio di solidarietà con Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. La manifestazione è stata organizzata da Sanitari per Gaza e dall’associazione Free Assange Italia per denunciare le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e da Israele nei confronti di Albanese, in seguito alla pubblicazione di report critici sulle condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza.
La figura di Francesca Albanese e le sue denunce
Francesca Albanese, originaria di Ariano Irpino e in carica dal 1º maggio 2022 come relatrice ONU, è una funzionaria italiana con una lunga esperienza in diritto internazionale e diritti umani. Laureata in giurisprudenza all’Università di Pisa e specializzata presso la School of Oriental and African Studies di Londra, Albanese ha dedicato la sua carriera allo studio delle violazioni dei diritti nei Territori Palestinesi Occupati. Nel suo primo rapporto ufficiale ha evidenziato come l’occupazione israeliana rappresenti un regime di apartheid e ha invitato gli Stati membri delle Nazioni Unite a elaborare un piano per porre fine all’occupazione coloniale israeliana.
Durante la guerra tra Israele e Hamas nel 2023, Albanese ha chiesto un cessate il fuoco immediato, denunciando il rischio di una “pulizia etnica di massa” contro i palestinesi. Nel marzo 2024 ha pubblicato un rapporto intitolato “Anatomia di un genocidio“, nel quale ha affermato che vi sono “fondati motivi” per parlare di genocidio nelle azioni israeliane nella Striscia di Gaza.
Le sue critiche hanno suscitato dure reazioni: è stata sanzionata dagli Stati Uniti e da Israele, e in Italia il governo è stato accusato dai manifestanti di non averle garantito la dovuta protezione diplomatica. “La migliore cittadina italiana che abbiamo nel mondo, rappresentante per i territori occupati palestinesi, viene sanzionata e nessuno si schiera a suo favore”, hanno dichiarato i partecipanti al presidio romano.
Gaza: una città sotto assedio e la crisi umanitaria
La Striscia di Gaza, con una popolazione di quasi 600.000 abitanti concentrati in poco più di 45 km², è una delle aree più densamente popolate e colpite da conflitti nel mondo. La città di Gaza, centro amministrativo e culturale della regione, ha subito negli ultimi anni distruzioni massicce a causa dei continui bombardamenti.
Secondo stime aggiornate delle Nazioni Unite, circa il 92% delle abitazioni nella Striscia di Gaza sono state distrutte o danneggiate dal conflitto iniziato nell’ottobre 2023, con oltre 50 milioni di tonnellate di macerie ancora da rimuovere. Il processo di sgombero dei detriti potrebbe richiedere più di due decenni, aggravato dalla scarsità di macchinari e carburante a causa del blocco e delle restrizioni imposte da Israele.
Molte famiglie palestinesi continuano a vivere sulle rovine delle proprie case, dove giacciono ancora i corpi dei loro cari sepolti sotto le macerie. Il caso della famiglia Dahdouh a Gaza City è emblematico: il corpo di un loro figlio è rimasto intrappolato per quasi un anno sotto le macerie di un edificio distrutto da un bombardamento israeliano. Situazioni analoghe si registrano in tutta la Striscia, con migliaia di persone ancora disperse o considerate scomparse.
Le organizzazioni umanitarie mettono in guardia sul rischio di una catastrofe sanitaria e ambientale, derivante dal ritardo nella rimozione delle macerie e nel recupero dei corpi, in una delle aree più densamente popolate al mondo.
Il presidio romano, dunque, si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione internazionale sulle condizioni di Gaza e sulla necessità di una maggiore tutela per chi, come Francesca Albanese, denuncia le violazioni dei diritti umani in quella regione.
Fonte: Nicolò Morocutti - MO, presidio in solidarietà con Francesca Albanese a Roma: "Serve protezione diplomatica"





