Milano, 19 agosto 2025 – È stata convalidata questa mattina dal giudice per le indagini preliminari l’arresto di Bryan José Vera Siguenza, il 29enne ecuadoregno accusato di aver ucciso a coltellate il cognato Gabriel Jefferson Jimenez Garcia, 32 anni, nella zona di Corvetto, nel sud-est di Milano, nella notte tra sabato 16 e domenica 17 agosto 2025. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio, come riferito dalla sua legale, l’avvocato Laura Chiara Penna.
L’interrogatorio e le prime dichiarazioni del difensore
“Abbiamo fatto la convalida dell’arresto, ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere perché, come in ogni giusto processo, vanno appurati non soltanto i fatti ma anche le circostanze che sono intervenute”, ha dichiarato l’avvocato Penna, nominata di fiducia in sostituzione del collega Andrea Campanella. La legale ha aggiunto che il suo assistito, “molto provato”, ha ammesso l’addebito di omicidio, ma ha sottolineato che si è trattato di “circostanze particolari”, sulle quali ora si vuole “vederci chiaro”.
Bryan José Vera Siguenza si trova in carcere a San Vittore dopo essere stato medicato per alcune ferite al volto e alla nuca riportate durante l’arresto. Il 29enne è stato fermato pochi minuti dopo l’aggressione, mentre era rannicchiato nell’androne di un condominio in via Bessarione, a circa 200 metri dal luogo dell’omicidio in piazzale Ferrara.
I fatti e le indagini lampo
Secondo le prime ricostruzioni, l’aggressione è avvenuta poco prima di mezzanotte a seguito di una discussione tra la vittima, la sorella di Vera Siguenza e lo stesso Bryan. Quest’ultimo ha colpito il cognato con un coltello da cucina infliggendogli quattro coltellate alla schiena. Nonostante il tempestivo intervento del personale sanitario della Croce Rossa di San Donato, Gabriel Jefferson Jimenez Garcia è deceduto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso dell’ospedale Niguarda.
Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Letizia Mocciaro, sono state rapide: i carabinieri del Nucleo Radiomobile e della stazione di Vigentino, insieme ai detective della sezione investigazioni scientifiche, hanno recuperato l’arma del delitto e analizzato le immagini di videosorveglianza che hanno confermato la dinamica degli eventi e localizzato il sospetto.
Non è ancora stato definito con certezza il movente dell’omicidio. Bryan José Vera Siguenza avrebbe affermato di aver agito per difendere la sorella, ma questa versione è stata smentita dalla donna stessa. La sorella ha fornito dichiarazioni discordanti rispetto a quanto sostenuto dall’indagato, come riferito dall’avvocato Penna: “Lei ha detto qualcosa, ma non posso aggiungere altro”.
Il corpo del trentaduenne è stato trasferito all’obitorio per l’autopsia, mentre proseguono le indagini per chiarire ogni dettaglio della vicenda.
