Il presidio dei disoccupati “7 Novembre” al Maschio Angioino evidenzia il crescente disagio sociale a Napoli tra proteste per lavoro, sicurezza e temi internazionali.
Napoli, 2 luglio 2025 – Tensioni tra manifestanti e polizia hanno segnato la mattinata di protesta del movimento disoccupati “7 Novembre” davanti al Maschio Angioino, dove era convocata una seduta del Consiglio comunale di Napoli. Un sit-in che ha visto momenti di forte tensione, ma che si è concluso senza ulteriori incidenti.
Protesta e intervento delle forze dell’ordine
Il presidio è stato organizzato dal movimento disoccupati “7 Novembre” proprio nel giorno in cui il Consiglio comunale si riuniva per una discussione monotematica sulla situazione a Gaza. Le forze dell’ordine sono state schierate sulla strada di accesso al castello, in tenuta antisommossa, per garantire la sicurezza e il regolare svolgimento della riunione.
I manifestanti hanno chiesto che una delegazione potesse entrare in aula per portare le loro istanze. In un momento di protesta più acceso, tre manifestanti sono riusciti a eludere il cordone di sicurezza e hanno raggiunto il pontile del castello attraverso i giardini, ma sono stati bloccati e riportati indietro dagli altri partecipanti alla manifestazione. Dopo alcuni minuti di tensione, la situazione si è normalizzata senza ulteriori scontri.
Contesto di protesta sociale a Napoli
L’episodio di oggi si inserisce in una serie di manifestazioni di protesta che si susseguono a Napoli, in particolare sui temi del lavoro e delle condizioni sociali. Solo pochi giorni fa, in occasione del Primo maggio, i Cobas insieme a centri sociali, studenti, disoccupati e antagonisti hanno organizzato un corteo che ha raggiunto Palazzo Partanna, sede dell’Unione degli industriali di Napoli.
Durante quella manifestazione, protetta da un cordone di polizia in assetto antisommossa, i manifestanti hanno lanciato vernice rossa contro l’ingresso del palazzo e collocato bare di legno come simbolo delle morti sul lavoro. I Cobas hanno denunciato Confindustria come “principale responsabile delle morti sul lavoro, dello sfruttamento e dei salari da fame, nonché mandante delle politiche di economia di guerra e macelleria sociale”.
Questi episodi riflettono una crescente tensione sociale nella città, dove il disagio economico e le questioni internazionali, come il conflitto a Gaza, si intrecciano nelle proteste di piazza. La presenza di forze dell’ordine in assetto antisommossa è diventata una costante nelle manifestazioni organizzate da movimenti antagonisti e sindacati di base.
Il Consiglio comunale di Napoli, organo collegiale locale con funzioni normative e di controllo politico sull’amministrazione cittadina, ha quindi dovuto gestire non solo le questioni istituzionali, ma anche la pressione di un tessuto sociale in fermento, come dimostrano le iniziative di protesta che si stanno succedendo nel capoluogo campano.





