Lampedusa, 14 agosto 2025 – Quasi mille morti nel Mediterraneo centrale dall’inizio dell’anno sono un drammatico bilancio che continua a ripetersi, nonostante la tecnologia avanzata e la presenza di numerose imbarcazioni di soccorso. A sottolinearlo è Luca Casarini, capo missione di Mediterranea Saving Humans, intervenuto in collegamento dalla Sicilia, che ribadisce come le tragedie in mare potrebbero essere evitate se si mettesse al primo posto il salvataggio delle vite umane.
Mediterraneo centrale, un’area sorvegliata ma ancora teatro di tragedie
Secondo Casarini, la dinamica degli incidenti nel tratto di mare più sorvegliato al mondo è paradossale: “Con droni di Frontex, satelliti militari e sistemi di sorveglianza è impensabile che a 13 miglia da Lampedusa nessuno si sia accorto di imbarcazioni sovraffollate e quindi già in pericolo”. La presenza di tecnologie sofisticate e mezzi civili e commerciali nelle vicinanze rende ancora più incomprensibile il ripetersi di tali eventi.
Il capo missione di Mediterranea evidenzia che “la priorità del governo non è salvare vite ma scoraggiare gli arrivi”. Questa scelta politica si traduce in “ritardi negli interventi e nella mancata diramazione di alert alle navi nei dintorni”, con conseguenze spesso fatali, poiché “minuti di ritardo significano vite perse”. Casarini critica inoltre la “guerra alle navi di soccorso civile”, fatta di “blocchi amministrativi e assegnazione di porti lontani”, e ribadisce la necessità di “massimizzare la presenza in mare per salvare più vite”.
Mediterranea Saving Humans: una realtà impegnata da anni nel soccorso
Fondata nell’ottobre 2018, Mediterranea Saving Humans APS rappresenta una piattaforma di società civile impegnata nel monitoraggio e nel soccorso nel Mediterraneo centrale, gestendo le navi Mare Jonio e Alex sotto bandiera italiana. L’organizzazione opera in rete con associazioni europee come Sea-Watch e Proactiva Open Arms, e da anni si batte contro le politiche restrittive che ostacolano le operazioni di salvataggio.
Luca Casarini, figura nota per il suo passato da attivista e leader del movimento no-global, è oggi alla guida di Mediterranea. Nato a Venezia nel 1967, Casarini ha una lunga esperienza di impegno politico e sociale, dalle contestazioni degli anni 2000 al coordinamento delle missioni di soccorso nel Mediterraneo. La sua carriera è segnata da un forte attivismo, culminato con la direzione delle operazioni di Mediterranea, che ha permesso il salvataggio di centinaia di migranti nonostante le difficoltà legali e politiche.
Nel caso dell’ultimo naufragio, Casarini sottolinea la presenza di imbarcazioni della Civil Fleet e mezzi commerciali nelle vicinanze, che “se fossero stati avvisati, sarebbero arrivati subito”. L’ordine alle guardie costiere di non lanciare più alert rappresenta, a suo avviso, “una scelta che provoca più morti”. L’appello è chiaro: “Se vogliamo davvero soccorrere, dobbiamo adoperarci per il salvataggio, non per altro”.
Mediterranea continua a operare con equipaggi distribuiti tra Italia, Europa e Stati Uniti, promuovendo una società fondata su accoglienza e solidarietà, e rinnovando quotidianamente il proprio impegno nel Mediterraneo, uno dei fronti più drammatici e complessi dell’attuale emergenza migratoria.
Fonte: Stefano Chianese - Lampedusa, Casarini (Mediterranea): "Tragedie si potrebbero evitare se priorità fosse salvataggio"





