Corteo a Roma contro le violenze a Gaza: attivisti espongono simboli forti, denunciano la crisi umanitaria e chiedono interventi più incisivi dalla diplomazia europea.
Roma, 22 maggio 2025 – Circa cinquanta persone si sono radunate oggi davanti a Palazzo Montecitorio per un flashmob in solidarietà con la popolazione di Gaza, denunciando quello che definiscono un “genocidio perpetrato da Israele“. La protesta ha assunto toni forti, con fischi e urla rivolte all’ingresso della Camera dei Deputati, dove si trovava anche il vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.
La protesta davanti a Montecitorio: simboli e slogan per Gaza
I manifestanti hanno disteso un telo davanti all’obelisco di Piazza Montecitorio, sul quale erano rappresentati i corpi insanguinati di bambini coperti da teli bianchi, un’immagine simbolica per denunciare la tragedia in corso nella Striscia di Gaza. Tra gli slogan urlati ripetutamente, risuonava la parola “assassini“, rivolta alle autorità israeliane. Numerosi cartelli esponevano messaggi come “Gaza sete fame morte” e la frase “Una forma non vi salverà“, quest’ultima in riferimento a un documento inviato dai ministri degli Esteri di 17 Paesi europei che hanno espresso una posizione comune sul conflitto.
La manifestazione si inserisce in un clima di crescente tensione internazionale, mentre continuano gli attacchi nella Striscia di Gaza e le iniziative diplomatiche per cercare una tregua nel conflitto tra Israele e Hamas.
Il contesto internazionale e le tensioni in Medio Oriente
Negli ultimi giorni, la situazione a Gaza si è ulteriormente aggravata. Le autorità palestinesi di Gaza, guidate da Hamas, hanno denunciato almeno 52 morti tra civili, comprese donne e un neonato di una settimana, a seguito di bombardamenti israeliani notturni e mattutini. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, durante una recente conferenza stampa, ha espresso la disponibilità a un “cessate il fuoco temporaneo” con l’obiettivo di liberare gli ostaggi detenuti da Hamas.
Parallelamente, un episodio ha ulteriormente scosso la diplomazia internazionale: a Jenin, in Cisgiordania, un’unità dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane) ha sparato colpi di avvertimento durante una visita diplomatica di una delegazione composta da 25 ambasciatori e diplomatici europei, arabi, cinesi e di altri Paesi, tra cui il viceconsole italiano Alessandro Tutino. L’esercito israeliano ha motivato l’episodio come un intervento dovuto al fatto che la delegazione si sarebbe spostata in un’area non autorizzata, ma ha espresso rammarico per l’accaduto, definito “inaccettabile” anche dal segretario generale dell’ONU Antonio Guterres.
Sul fronte diplomatico, l’Alta rappresentante dell’UE per la Politica estera, Kaja Kallas, ha sottolineato che è emersa una “forte maggioranza a favore della revisione dell’Articolo 2 dell’accordo di associazione con Israele” e ha ribadito che “salvare vite umane deve essere la nostra massima priorità”, richiamando Israele a sbloccare gli aiuti umanitari destinati a Gaza.
Il flashmob di oggi a Roma riflette la crescente mobilitazione civile e politica in Europa, mentre il conflitto israelo-palestinese continua a produrre gravi conseguenze umanitarie e a scuotere la scena internazionale.





