Spenta per un’ora la storica fontana romana con il messaggio “Gaza, turn off the war”. Ampia adesione politica e civile per chiedere pace e aiuti umanitari.
Roma, 17 luglio 2025 – La Fontana di Trevi, uno dei monumenti più iconici e amati della Capitale, è stata simbolicamente spenta ieri sera per un’ora, dalle 22 alle 23, nell’ambito di un’iniziativa promossa dal Campidoglio per chiedere la fine della guerra nella Striscia di Gaza. L’evento, che ha coinvolto turisti e cittadini, ha voluto lanciare un messaggio di pace e solidarietà verso una delle aree più colpite dal conflitto in Medio Oriente.
La Fontana di Trevi si spegne per la pace a Gaza
Dalle acque che solitamente brillano e scorrono tra le statue barocche della celebre fontana, ieri sera è rimasto solo il buio, interrotto dall’illuminazione di un messaggio chiaro e forte: “Gaza, turn off the war” (Gaza, spegni la guerra). Un grido che riflette la richiesta urgente di un cessate il fuoco duraturo, in particolar modo in considerazione delle tragiche condizioni in cui versa la popolazione della Striscia di Gaza.
L’iniziativa ha ottenuto il sostegno quasi unanime dei partiti presenti in Campidoglio, con una particolare adesione da parte del Movimento 5 Stelle. Durante l’evento, i partecipanti hanno espresso un appello diretto al Governo italiano affinché si impegni con determinazione nel favorire la fine del conflitto. “Basta alle violenze sui civili, alle restrizioni agli aiuti umanitari, alla devastazione del territorio da parte delle forze israeliane”, hanno sottolineato con fermezza. Hanno inoltre aderito all’iniziativa numerose associazioni, tra cui la Rete No Bavaglio.
Il contesto di Gaza: una crisi umanitaria senza fine
La scelta di un simbolo storico e artistico come la Fontana di Trevi, costruita tra il 1732 e il 1762 da Nicola Salvi e Giuseppe Pannini, assume un forte valore comunicativo. La fontana, situata in Piazza di Trevi e considerata la più grande di Roma, rappresenta un punto di riferimento anche culturale e turistico, noto per la sua bellezza barocca e per l’usanza di lanciare monete nelle sue acque.
Nel frattempo, la situazione nella Striscia di Gaza, la città più popolosa della Palestina con quasi 600 mila abitanti, resta drammatica. Da ottobre 2023, la guerra ha causato migliaia di vittime e una devastazione senza precedenti. Secondo le stime delle Nazioni Unite, oltre 11.000 persone risultano ancora disperse sotto le macerie, mentre più del 90% delle abitazioni sono state distrutte o danneggiate. La mancanza di mezzi adeguati per la rimozione delle macerie e il recupero dei corpi rallenta il processo di ricostruzione e aggrava le condizioni di vita della popolazione civile.
L’iniziativa romana si inserisce dunque in un contesto internazionale di crescente preoccupazione per la crisi umanitaria e rappresenta un appello a livello globale per una pace duratura e il rispetto dei diritti umani.





