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Fiaccolata per Omar Bassi a un anno dalla morte: “Chiediamo giustizia”

Parenti e amici si sono riuniti a Bollate per ricordare Omar Bassi, chiedendo verità sul pestaggio in discoteca e invitando testimoni a collaborare con le indagini.

by Redazione
6 Agosto 2025

Bollate, 5 agosto 2025 – Una fiaccolata silenziosa ma carica di dolore e speranza ha attraversato oggi le vie di Bollate per ricordare Omar Bassi, il giovane 23enne scomparso un anno fa a causa di un’emorragia cerebrale, sopraggiunta due settimane dopo un violento pestaggio subito nella discoteca Dolce Beach di Origgio, nel varesotto. Familiari, amici e sostenitori si sono uniti per chiedere giustizia e fare luce su una vicenda ancora avvolta nel mistero.

La fiaccolata per Omar Bassi: un anno di attesa e dolore

La commemorazione è iniziata con un’esplosione di fuochi d’artificio davanti all’abitazione di Omar, a Bollate, luogo simbolo di un ricordo che non si vuole cancellare. I partecipanti, indossando maglie bianche con la foto del giovane e la scritta “Omy Blanco vive” — lo pseudonimo artistico di Omar come cantante — hanno sfilato per le strade della città con cerini accesi, accompagnati dai cori sulle sue canzoni. A guidare la marcia è stata la madre, Giuseppina Sala, che ha parlato con voce ferma e commossa, chiedendo a gran voce giustizia: “È un dolore che non passerà mai, la morte di un figlio è un dolore che ti strappa il cuore. Le indagini sono ancora aperte, ma temo che a fine settembre verranno chiuse senza risultati concreti”. La Procura di Reggio Calabria ha infatti trasferito il fascicolo alla Procura di Busto Arsizio per omicidio preterintenzionale, senza iscrivere alcun indagato.

Dopo una tappa al cimitero per una preghiera, la fiaccolata si è conclusa al palazzo comunale, dove i presenti si sono disposti a forma di cuore e hanno fatto librar in cielo un palloncino blu con la scritta “Omar vive”. La cugina Michelle Sala ha ribadito con forza: “Non abbiamo fatto questa camminata solo per ricordare Omar, ma perché vogliamo giustizia. Non possiamo più aspettare, è ingiusto che i responsabili vivano felici mentre noi soffriamo”.

La vicenda giudiziaria e l’appello ai testimoni

Il caso di Omar Bassi ha suscitato grande attenzione anche a livello giudiziario e mediatico. Dopo il pestaggio avvenuto nella notte tra il 19 e il 20 luglio 2024 all’interno del locale Dolce Beach, chiuso a data da destinarsi, Omar aveva riportato un trauma cranico. Nonostante le visite ospedaliere — la prima al pronto soccorso di Garbagnate Milanese, dove una Tac non aveva rilevato emorragie — il malessere è peggiorato durante una vacanza in Calabria. La sera del 4 agosto 2024, Omar è stato ricoverato d’urgenza a Reggio Calabria, dove è stato dichiarato cerebralmente morto il giorno seguente a causa di un’emorragia celebrale.

La famiglia ha presentato denuncia e continua a sollecitare l’approfondimento delle indagini. Il legale di fiducia, Francesco Maraia, ha lanciato un appello ai testimoni della serata: “Chiunque fosse presente o disponga di immagini o informazioni utili è invitato a farsi avanti. Anche il più piccolo dettaglio può essere determinante per accertare la verità”.

Nel frattempo, la comunità scolastica dell’Istituto Pareto di Milano ha commemorato Omar con un evento che ha coinvolto studenti e insegnanti, sottolineando la sua passione per la musica e la gentilezza che lo contraddistingueva. Un ricordo vivo, che si unisce alla richiesta incessante di giustizia da parte della famiglia e di quanti lo hanno amato.


Fonte: Riccardo Sciannimanico - Omar Bassi, fiaccolata a un anno dalla morte. Familiari: "Vogliamo giustizia"

Tags: Giuseppina SalaMichelle SalaOmar Bassi

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