Prandini sollecita l’UE a rafforzare il sostegno all’agricoltura, evitando tagli alla PAC e semplificando la burocrazia per proteggere 770mila aziende italiane.
Milano, 21 luglio 2025 – In un momento cruciale per le relazioni commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha espresso a margine dell’Assemblea nazionale della confederazione degli agricoltori una posizione critica sull’atteggiamento dell’UE riguardo ai dazi e al sostegno del settore agricolo.
Dazi e dialogo con gli Stati Uniti
“Siamo in un momento significativo di interlocuzione con gli Usa, che l’Unione Europea deve portare avanti per evitare scontri che non fanno bene né a noi né agli Stati Uniti, al di là dei dati iniziali. L’impoverimento del mercato colpirebbe entrambi”, ha dichiarato Ettore Prandini, sottolineando l’importanza della diplomazia nella gestione dei dazi. Il presidente di Coldiretti, imprenditore agricolo e figura di spicco del settore con oltre 1,6 milioni di associati, ha evidenziato la necessità di un confronto costante tra le parti per tutelare il mercato e le imprese agricole.
Prandini ha però manifestato delusione per la mancanza di una posizione più decisa da parte dell’UE sul sostegno al comparto agricolo: “Ci aspettavamo più coraggio da parte dell’UE sul sostegno a tutti i settori produttivi, ma si è presa la strada opposta”. In particolare, ha criticato la proposta di bilancio pluriennale che prevede un taglio del 20% al settore agricolo, una misura che penalizzerebbe circa 700 mila aziende italiane.
Critiche alla politica agricola comune e agli ostacoli burocratici
Sul tema dei cosiddetti dazi interni, Prandini ha rimarcato la necessità di modifiche strutturali: “Nel breve dobbiamo lavorare sui dazi con diplomazia, ma nel medio periodo bisogna modificare l’impianto della misura finanziaria proposta dalla presidente Ursula von der Leyen”. Ha inoltre aggiunto che è indispensabile semplificare e ridurre la burocrazia all’interno dell’UE, dove i diversi sistemi produttivi nazionali generano una concorrenza interna e costi amministrativi elevati, fenomeni che possono essere affrontati con l’aiuto del Parlamento europeo e di figure come il parlamentare Raffaele Fitto.
Prandini ha sottolineato che il taglio della Politica Agricola Comune (PAC) per il periodo 2028-2034, con il passaggio a un fondo unico tra politiche agricole e di coesione, impatterà negativamente su oltre 770mila aziende agricole italiane. Questa scelta, attribuita alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, rischia di determinare una perdita secca per molte imprese che dipendono dal sostegno garantito dalla PAC, comprese le agevolazioni per gli investimenti.
Il dibattito sul futuro della politica agricola e commerciale europea continua ad essere centrale nel confronto tra istituzioni europee e rappresentanze del settore, con un’attenzione particolare alle implicazioni economiche e sociali per il mondo agricolo italiano.
Fonte: Marco Vesperini - Dazi, Prandini (Coldiretti): "Ci aspettavamo più coraggio da Ue, continui interlocuzione"





