Esperti e volontari promuovono l’uso diffuso del naloxone contro le overdose, ma barriere economiche e scarsa volontà politica ne frenano l’accessibilità in Italia.
Roma, 1 luglio 2025 – Nel quadro della lotta contro la tossicodipendenza, l’uso del naloxone emerge come una strategia cruciale per contrastare le morti da overdose da eroina e altri oppiacei. A sottolineare l’importanza di questo farmaco è Massimo Barra, medico esperto e fondatore di Villa Maraini, nonché figura di rilievo nella Croce Rossa Italiana, che da decenni si batte per una politica umanitaria sulle droghe.
Naloxone: un farmaco salvavita da diffondere capillarmente
“Serve una cultura diffusa che riconosca che morire per overdose è un delitto evitabile, perché esiste un farmaco miracoloso, il naloxone, che se somministrato in tempo fa rinascere chi stava per morire come Lazzaro”, spiega Barra. Il centro Villa Maraini sperimenta da un anno l’uso del naloxone spray in collaborazione con l’Università La Sapienza, una modalità che rende possibile un intervento rapido e semplice anche da parte di persone non mediche.
Giancarlo Rodoquino, coordinatore dell’Unità di strada di Villa Maraini, aggiunge: “Abbiamo formato anche baristi intorno alla Stazione Termini, un luogo simbolo per l’uso di sostanze, per utilizzare il naloxone spray come primo intervento. È importante però che, una volta somministrato, si chiami il personale sanitario.” L’esperienza di Villa Maraini ha dimostrato che l’uso di naloxone da parte di non medici ha salvato oltre 3.000 vite a Roma.
Ostacoli economici e politici alla diffusione del naloxone
Non mancano però le difficoltà. Barra evidenzia come il costo del naloxone spray, attualmente intorno ai 25 euro, rappresenti un ostacolo significativo: “È una scelta politica se il governo vuole favorirne la diffusione in strada.” L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha mostrato interesse in passato, soprattutto durante la crisi del fentanyl negli Stati Uniti, ma senza sviluppi concreti finora.
“In Italia e nel mondo, la politica spesso evita di “sporcarsi le mani” con il tema dei tossicodipendenti, considerati un problema sociale complicato e senza utilità apparente – aggiunge Barra – ma la riduzione del danno è un approccio scientifico e umano che deve essere sostenuto con investimenti adeguati.”
Un impegno decennale e pionieristico
Massimo Barra, nato a Roma nel 1947, è stato uno dei primi medici italiani a occuparsi professionalmente di tossicodipendenza fin dal 1974 e ha fondato Villa Maraini, centro di riferimento nella cura e nella riduzione del danno. Nel 1980 propose per la prima volta a livello internazionale l’uso del naloxone da parte di personale non medico, intuizione che ha rivoluzionato il soccorso in caso di overdose.
L’approccio adottato a Villa Maraini, che prevede anche la distribuzione di siringhe sterili e il contatto diretto con le persone tossicodipendenti, ha contribuito a ridurre drasticamente la diffusione di HIV ed epatite C tra gli utenti. Nonostante ciò, Rodoquino segnala che il consumo di eroina non è diminuito e si registra un aumento dell’uso di crack, più economico e altrettanto pericoloso.
Il lavoro sul campo continua anche nelle aree periferiche di Roma, come Tor Bella Monaca, dove il camper di Villa Maraini svolge un’attività quotidiana di prevenzione e di somministrazione di naloxone, contribuendo a salvare vite e a creare una rete di supporto per chi è in difficoltà.
L’impegno di Villa Maraini e di Massimo Barra rappresenta un esempio di come la combinazione di scienza, umanità e politiche di riduzione del danno possa trasformare la realtà della tossicodipendenza, sottolineando la necessità di investimenti mirati e di una maggiore consapevolezza sociale.
Fonte: Marco Vesperini - Tossicodipendenza, Barra (Villa Maraini): "Naloxone arma contro l'eroina ma servono investimenti"





