Roma, 2 settembre 2025 – Nella notte tra il 1° e il 2 settembre, una tempesta geomagnetica di intensità moderata ha interessato la Terra, come previsto dalle analisi degli esperti del settore spaziale. L’evento è stato causato da una espulsione di massa coronale (CME), un fenomeno solare caratterizzato dal rilascio di plasma e campi magnetici dal Sole, che ha raggiunto il nostro pianeta provocando variazioni nel campo magnetico terrestre.
L’arrivo della CME e l’evoluzione della tempesta geomagnetica
Secondo i dati ufficiali del Centro di previsione meteorologica spaziale della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), la CME ha raggiunto il satellite ACE della NASA, situato a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, alle 22:30 ora italiana. Circa mezz’ora più tardi, intorno alle 23:00, l’onda di plasma è giunta al campo magnetico terrestre, spinta da venti solari con velocità superiori ai 600 chilometri al secondo.
L’impatto ha generato una tempesta geomagnetica di classe G2, che corrisponde a un livello di intensità moderata. Successivamente, l’attività è diminuita passando alla classe G1, per poi attenuarsi ulteriormente nelle ore successive. Tuttavia, la NOAA sottolinea la possibilità che la tempesta possa riprendere vigore nel corso della giornata del 2 settembre.
Le dinamiche del campo magnetico terrestre e le possibili evoluzioni
Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste, ha dichiarato all’ANSA che al momento la tempesta è in fase di declino e il campo magnetico terrestre non presenta perturbazioni significative. Tuttavia, il nostro pianeta è ancora immerso nel plasma della CME, e le interazioni con la magnetosfera potrebbero determinare variazioni dell’intensità della tempesta.
Importante è l’orientamento del campo magnetico della CME rispetto a quello terrestre. Se il campo solare si presenta orientato verso Sud, opposto a quello terrestre, la tempesta può intensificarsi. Al contrario, un orientamento verso Nord, parallelo al campo terrestre, tende a ridurre l’attività geomagnetica. Eventuali cambiamenti in questa configurazione potrebbero quindi provocare un “risveglio” della tempesta geomagnetica nelle prossime ore.






