Tra oggi e domani la Terra sarà interessata dall’arrivo di una tempesta solare cannibale, un evento solare di particolare intensità generato dalla fusione di due espulsioni di massa coronale (CME) provenienti dalla regione attiva AR 4274, una delle più instabili del ciclo solare 25. Il fenomeno, previsto dagli esperti della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), potrebbe raggiungere una classe G3 o addirittura G4 sulla scala di intensità geomagnetica, con possibili implicazioni per le comunicazioni satellitari, i sistemi GPS e persino la rete elettrica.
La natura della tempesta solare cannibale
Una tempesta solare cannibale si verifica quando una seconda espulsione di massa coronale più rapida ingloba una precedente, più lenta, generando un flusso combinato di plasma e campi magnetici di maggiore portata e durata. Nel caso attuale, i brillamenti solari di classe X, i più potenti registrati negli ultimi giorni, hanno originato due CME distinte: il primo di classe X1.8 il 9 novembre e il secondo di classe X1.2 il 10 novembre. Questa fusione potrebbe provocare una perturbazione magnetica significativa, capace di estendersi per più giorni, alterando temporaneamente il campo geomagnetico terrestre.
Effetti attesi e visibilità dell’aurora boreale in Italia
Nonostante l’elevata energia liberata, i tecnici assicurano che i rischi di blackout estesi sono remoti, ma non si escludono disturbi temporanei alle comunicazioni radio e ai sistemi di navigazione satellitare. Il momento di massima attività geomagnetica è previsto intorno alle 4 del mattino del 12 novembre, quando l’indice Kp potrebbe superare il valore 7, soglia oltre la quale le aurore boreali diventano visibili a latitudini medie, inclusa quella italiana. Le regioni del Nord, come Lombardia, Piemonte, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, avranno le maggiori probabilità di osservare lo spettacolo luminoso, a patto che le condizioni meteorologiche siano favorevoli e si scelgano località lontane dall’inquinamento luminoso.
La tempesta solare cannibale si inserisce nel contesto dell’attuale ciclo solare 25, iniziato nel 2019 e previsto in declino entro i prossimi cinque-sei anni, ma che ancora può manifestare episodi di intensa attività come quello in corso. Per gli appassionati di astronomia e meteorologia spaziale, si consiglia di monitorare costantemente i siti specializzati come SpaceWeatherLive e Aurora Alerts per aggiornamenti in tempo reale sulle condizioni del meteo spaziale e sulle possibili variazioni nella visibilità del fenomeno.


