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Home Scienze

Scoperto un nuovo pianeta simile alla Terra a soli 18 anni luce di distanza

La scoperta, pubblicata sull’Astronomical Journal, è stata definita da Suvrath Mahadevan, professore di astronomia alla Penn University, come “la nostra migliore opportunità per trovare vita oltre la Terra”

by Redazione
24 Ottobre 2025
La scoperta del pianeta GJ 251 C

La scoperta del pianeta GJ 251 C | Instagram @uciphysicalsciences - Alanews.it

Un team internazionale di astronomi ha individuato un pianeta roccioso con caratteristiche potenzialmente compatibili con la vita. Si chiama GJ 251 C, si trova a 18,2 anni luce di distanza nella direzione della costellazione dei Gemelli, e presenta un’atmosfera e una temperatura tali da poter ospitare acqua allo stato liquido. La scoperta, pubblicata sull’Astronomical Journal, è stata definita da Suvrath Mahadevan, professore di astronomia alla Penn University, come “la nostra migliore opportunità per trovare vita oltre la Terra”.

Una “super Terra” nella zona abitabile

GJ 251 C è stato classificato come una “super Terra”, poiché la sua massa è circa quattro volte quella del nostro pianeta. Gli studiosi ritengono che sia composto prevalentemente da roccia e che orbiti a una distanza dalla propria stella tale da consentire l’esistenza di acqua liquida in superficie. “Si trova nella cosiddetta zona Goldilocks, la distanza giusta perché non sia né troppo caldo né troppo freddo”, ha spiegato Mahadevan, sottolineando come questa combinazione di fattori renda il pianeta uno dei candidati più promettenti per la ricerca di forme di vita extraterrestri.

La “zona riccioli d’oro” e la favola che le dà il nome

Il termine zona Goldilocks — o “zona riccioli d’oro” — indica la fascia orbitale in cui un pianeta riceve dalla propria stella una quantità di radiazione equilibrata, sufficiente a mantenere l’acqua allo stato liquido senza farla evaporare o congelare. Il nome deriva dalla fiaba Riccioli d’oro e i tre orsi, in cui la protagonista sceglie sempre ciò che è “giusto a metà”, evitando gli estremi. È questa la condizione ideale che gli astronomi cercano quando studiano gli esopianeti, ossia i mondi che orbitano attorno a stelle diverse dal Sole.

Il ruolo dell’Habitable Zone Planet Finder nella scoperta del pianeta

La scoperta di GJ 251 C è stata possibile grazie al lavoro dell’osservatorio McDonald in Texas, che ospita uno strumento appositamente progettato per questo tipo di ricerche: l’Habitable Zone Planet Finder. Si tratta di un sistema in grado di individuare pianeti rocciosi nelle zone abitabili attorno a stelle vicine alla Terra. “Cerchiamo mondi che si trovino alla giusta distanza dalle loro stelle, in modo che possano avere acqua liquida in superficie”, ha dichiarato Mahadevan.

Un pianeta sul quale un anno dura 54 giorni

Il nuovo pianeta orbita attorno a una stella nana rossa, GJ 251, grande circa un terzo del Sole e caratterizzata da una luminosità inferiore ma da una maggiore attività magnetica. Nel 2020, gli astronomi avevano già scoperto un altro pianeta nello stesso sistema, GJ 251 B, che compie una rivoluzione completa attorno alla stella in soli 14 giorni, più vicino al suo sole di quanto Mercurio lo sia al nostro. GJ 251 C, invece, ha un’orbita più ampia e un “anno” che dura 54 giorni, un equilibrio che potrebbe favorire condizioni stabili e una temperatura compatibile con la vita.

I limiti della tecnologia attuale

Per verificare la presenza di molecole biologiche o di gas come ossigeno e metano nell’atmosfera del pianeta, gli strumenti attualmente disponibili non bastano. Sarà necessario attendere i nuovi telescopi di prossima generazione, con specchi di almeno 30 metri di diametro. Il più promettente è l’Extremely Large Telescope (ELT), in costruzione nel deserto di Atacama, in Cile, con un diametro di 39 metri e sotto la direzione dell’European Southern Observatory, di cui fa parte anche l’Italia. In difficoltà, invece, il progetto statunitense dell’Università della California, che prevedeva un telescopio da 30 metri alle Hawaii ma è ostacolato dalle proteste delle comunità indigene e dai tagli ai fondi scientifici dell’amministrazione Trump.

Dalla prima scoperta alle piogge di rubini

Dal primo esopianeta individuato nel 1995, gli astronomi ne hanno catalogati circa 6.000, ma molti si trovano a distanze immense o in condizioni estreme. Alcuni hanno atmosfere di gas bollenti, altri completano la loro orbita in meno di un giorno. Tra i più singolari spicca Wasp-121 B, con una temperatura di oltre 3.200 gradi e un “anno” di appena 30 ore: le sue nubi metalliche di ferro, magnesio e vanadio generano vere e proprie piogge di rubini e zaffiri. In questo panorama variegato, la scoperta di GJ 251 C rappresenta un segnale di speranza per la ricerca di mondi abitabili e, forse, di vita oltre la Terra.

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Tags: EsopianetaUltim'ora

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