Roma, 26 settembre 2025 – Un team di astrofisici italiani ha annunciato la scoperta di un buco nero supermassiccio con una massa pari a un miliardo di volte quella del Sole, individuato grazie al potente telescopio a raggi X della NASA, il Chandra X-ray Observatory. Questa scoperta rappresenta una sfida per la fisica attuale, in quanto il buco nero appare “super vorace” e sta crescendo a una velocità sorprendente, fenomeno ancora inspiegabile con i modelli tradizionali.
Buco nero, la scoperta rivoluzionaria grazie al telescopio Chandra
L’osservatorio spaziale Chandra, in orbita terrestre dal 1999, è noto per la sua capacità di fornire immagini ad altissima risoluzione in raggi X, fondamentali per studiare fenomeni estremi come quelli legati ai buchi neri. Il telescopio, che prende il nome dal fisico indiano-americano Subrahmanyan Chandrasekhar, ha permesso di osservare dettagli finora invisibili, contribuendo in modo decisivo alla comprensione di supernovae, ammassi stellari e galassie.
In particolare, questa recente scoperta si aggiunge a una lunga serie di rivelazioni fatte con Chandra, tra cui l’evidenza della materia oscura e l’individuazione di buchi neri giovani come SN 1979C. Il buco nero appena studiato si distingue per la sua massa straordinaria e per il tasso di accrescimento rapido, indice di una capacità attrattiva e distruttiva senza precedenti.
Le implicazioni scientifiche della crescita “a vista d’occhio”
Un buco nero è un corpo celeste caratterizzato da un campo gravitazionale così intenso da impedire a qualsiasi cosa, persino alla luce, di sfuggirgli. Al centro di queste regioni si trova una singolarità, dove le leggi della fisica classica e della relatività generale si scontrano con fenomeni ancora da decifrare. La scoperta italiana dimostra come la crescita di tali oggetti non sia lineare e suggerisce la presenza di meccanismi dinamici e complessi che regolano l’accumulo di materia.
Gli astrofisici coinvolti sottolineano la natura “vorace” di questo buco nero, capace di inglobare enormi quantità di gas e polveri cosmiche in tempi brevi. Questo fenomeno pone nuove domande sulla formazione e l’evoluzione dei buchi neri supermassicci e sulla loro influenza nell’ambiente galattico circostante.
Collaborazioni e tecnologie all’avanguardia
La scoperta è stata possibile anche grazie alla stretta collaborazione internazionale e all’impiego di strumentazioni all’avanguardia. L’osservatorio Chandra, supportato da diverse agenzie spaziali, tra cui l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), ha permesso di ottenere dati dettagliati che saranno fondamentali per future analisi.
Parallelamente, strumenti come il telescopio IXPE, sviluppato con il contributo italiano di INFN e INAF e lanciato nel 2021, stanno aprendo nuove frontiere nello studio della polarizzazione dei raggi X, offrendo prospettive complementari per comprendere meglio le dinamiche energetiche di oggetti come Cassiopea A, un residuo di supernova già osservato da Chandra.
Queste tecnologie insieme rappresentano una nuova era per l’astrofisica, in cui l’Italia gioca un ruolo di primo piano nella scoperta e nello studio dei fenomeni più estremi e misteriosi dell’universo.






