Roma, 13 settembre 2025 – La scoperta delle onde gravitazionali, avvenuta dieci anni fa, ha aperto una nuova era nelle osservazioni cosmiche, rappresentando un importante traguardo scientifico che testimonia la vitalità della fisica italiana. L’anniversario imminente è l’occasione per riflettere sul percorso compiuto e sulle prospettive future, grazie soprattutto al contributo decisivo dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e all’impegno nel progetto Virgo, interferometro gravitazionale situato a Cascina, vicino a Pisa.
Un decennio di rivoluzione scientifica grazie a Virgo e l’INFN
Il direttore dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO), Massimo Carpinelli, sottolinea come la prima rivelazione delle onde gravitazionali abbia rappresentato una svolta epocale nella storia della scienza. Virgo, frutto della collaborazione tra INFN e il francese CNRS, è stato uno dei protagonisti di questa scoperta che ha dimostrato la straordinaria vitalità e capacità innovativa della comunità scientifica italiana.
“Grazie a strumenti come Virgo abbiamo inaugurato una nuova era nella storia dello studio del cosmo, esplorando un universo oscuro fino a oggi inaccessibile”, afferma Carpinelli. Le ricerche che sono seguite hanno rivoluzionato la nostra visione dell’universo, spingendo ora verso la realizzazione di un nuovo osservatorio di terza generazione, l’Einstein Telescope, che potrà estendere ulteriormente il nostro orizzonte cosmico, permettendo di investigare fenomeni ancora più remoti nello spazio e nel tempo.
Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN, ricorda che la scoperta è stata il risultato di “visione, coraggio e perseveranza”, qualità indispensabili per superare limiti scientifici che sembravano insormontabili. L’INFN, con il supporto del Ministero dell’Università e della Ricerca, ha investito per oltre cinquant’anni in questo ambito, contribuendo in modo determinante al progetto Virgo e alle collaborazioni internazionali con LIGO negli Stati Uniti.
Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, sottolinea il ruolo di primo piano dell’Italia in questa impresa scientifica globale: “La scoperta delle onde gravitazionali è il frutto di una collaborazione internazionale che ha prodotto risultati straordinari e nuove opportunità di crescita condivise”. Bernini guarda con fiducia al futuro, evidenziando come l’Einstein Telescope rappresenti la volontà italiana di continuare ad essere protagonista nella fisica fondamentale.
L’eco del Big Bang e le nuove frontiere dell’astronomia gravitazionale
Le onde gravitazionali, previste dalla teoria della relatività generale di Einstein, sono increspature dello spazio-tempo generate da masse in accelerazione. La loro osservazione diretta, resa possibile grazie agli interferometri LIGO e Virgo, ha aperto un nuovo capitolo per l’astrofisica. Ma l’importanza di queste onde non si limita alla loro rilevazione: esse portano con sé informazioni privilegiate sugli eventi più violenti e remoti dell’universo.
Un importante progresso è stato ottenuto con il telescopio BICEP 2, situato in Antartide, che ha rilevato per la prima volta l’impronta delle onde gravitazionali sulla radiazione cosmica di fondo (CMB), la “prima luce” dell’universo risalente a circa 380.000 anni dopo il Big Bang. Questa scoperta, annunciata nel 2014, ha confermato sperimentalmente l’esistenza delle onde gravitazionali primordiali e rafforzato la teoria dell’inflazione cosmica, secondo cui l’universo appena nato avrebbe subito un’espansione rapidissima.
Paolo De Bernardis, esperto di cosmologia, ha definito questa misura un “punto di svolta nel campo della cosmologia e della fisica teorica”, aprendo la strada all’astronomia gravitazionale in tutte le sue sfaccettature, dalle onde a bassissima frequenza studiate da BICEP, fino a quelle ad alta frequenza prodotte da eventi catastrofici come la fusione di buchi neri o stelle di neutroni.
Parallelamente, l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) gioca un ruolo fondamentale nell’individuare e caratterizzare le sorgenti di onde gravitazionali, avvalendosi di telescopi terrestri e spaziali per osservare le controparti elettromagnetiche. In particolare, INAF coordina programmi osservativi che spaziano dallo spettro radio ai raggi gamma, collaborando con missioni come Swift, Fermi e AGILE, e utilizzando strumenti come il telescopio VST alle Ande cilene.
Il futuro dell’osservazione gravitazionale in Italia e in Europa
Massimo Carpinelli, entrato ufficialmente in carica come direttore di EGO nel 2023, ha dichiarato che i prossimi anni saranno ricchi di sfide e risultati importanti. Il completamento degli upgrade di Advanced Virgo e i futuri cicli di acquisizione dati (O4, O5 e oltre) promettono di consolidare ulteriormente la posizione dell’Europa e dell’Italia nel campo delle onde gravitazionali.
L’Einstein Telescope, progetto innovativo che l’Italia propone di realizzare in Sardegna, rappresenta la naturale evoluzione di questa ricerca. L’infrastruttura sarà uno strumento senza precedenti per sondare l’universo profondo, ampliando la possibilità di comprendere fenomeni cosmici e fisici ancora poco conosciuti.
In questo contesto, la collaborazione internazionale è considerata imprescindibile: solo unendo le competenze di scienziati, istituzioni e paesi diversi sarà possibile affrontare con successo le complesse sfide scientifiche e tecnologiche che ci attendono.
