Washington, 27 ottobre 2025 – La scoperta della cometa interstellare 3I/ATLAS ha suscitato un acceso dibattito all’interno della comunità scientifica, spingendo la NASA ad attivare per la prima volta un protocollo di difesa planetaria nei confronti di un oggetto proveniente da un sistema stellare esterno al nostro. La cometa, osservata in dettaglio da luglio 2025, presenta caratteristiche uniche che la distinguono nettamente da qualsiasi altro corpo celeste conosciuto.
Composizione e caratteristiche anomale di 3I/ATLAS
La cometa 3I/ATLAS, del diametro stimato tra 0,32 e 5,6 km, è stata individuata dal sistema ATLAS in Cile e si distingue per una composizione chimica insolita: contiene grandi quantità di nichel ma sorprendentemente nessuna traccia di ferro, un’anomalia senza precedenti tra gli oggetti cometari del Sistema Solare. La sua chioma è particolarmente ricca di anidride carbonica, acqua, monossido di carbonio, polveri e molecole azotate come cianuro e acido cianidrico, sostanze fondamentali per la chimica prebiotica.
Un elemento che ha ulteriormente alimentato il mistero è il comportamento inconsueto della sua coda cometaria. A luglio 2025 si era osservata un’anti-coda, ossia un flusso di particelle diretto verso il Sole, contrariamente alle normali leggi della pressione di radiazione. Successivamente, la coda ha cambiato direzione, tornando a puntare allontanandosi dal Sole, evento che ha spinto a ipotesi più o meno speculative sull’origine e natura dell’oggetto.
Traiettoria e monitoraggio internazionale
La traiettoria di 3I/ATLAS è iperbolica, con un’eccentricità di 6,139, la più elevata mai osservata per un corpo celeste, e un’orbita retrograda quasi opposta all’eclittica. Il suo passaggio più vicino al Sole (perielio) è previsto per il 29 ottobre 2025, a 1,36 unità astronomiche dal Sole, mentre il minimo avvicinamento alla Terra sarà di circa 1,83 UA (274 milioni di km) il 19 dicembre 2025. Nonostante la distanza considerevole, l’International Asteroid Warning Network (IAWN) ha classificato 3I/ATLAS come oggetto di prioritaria attenzione a causa delle anomalie osservate nelle sue accelerazioni, che non si conformano ai modelli gravitazionali standard.
Dibattiti scientifici e posizioni ufficiali della Nasa
L’astrofisico Avi Loeb dell’Università di Harvard, noto per le sue teorie non convenzionali, ha ipotizzato che la cometa possa sfruttare la manovra di Oberth, una tecnica che utilizza il campo gravitazionale del Sole per modificare la velocità e la traiettoria, suggerendo così un’eventuale origine artificiale o tecnologica dell’oggetto. Loeb ha invitato a una certa cautela e persino a «prendersi una pausa» prima del perielio, lasciando intendere che potrebbero verificarsi eventi imprevisti.
Tuttavia, la maggioranza degli scienziati, incluso Tom Statler, responsabile della NASA per i piccoli corpi celesti, ha sottolineato che tutti i dati raccolti finora sono compatibili con una cometa naturale, sebbene straordinaria per le sue peculiarità. Statler ha dichiarato che 3I/ATLAS “assomiglia moltissimo, in quasi tutti i sensi, alle comete che conosciamo”, relegando le ipotesi più fantasiose a mere speculazioni.
Osservazioni e campagne future
Numerosi telescopi terrestri e spaziali, tra cui il telescopio spaziale Hubble e il James Webb Space Telescope (JWST), stanno monitorando 3I/ATLAS per raccogliere dati spettroscopici che possano chiarire la sua composizione e il comportamento della sua chioma e coda. Inoltre, la campagna di osservazione coordinata dall’IAWN, attiva dal 29 novembre 2025 fino al gennaio 2026, mira a seguire il passaggio ravvicinato della cometa con la Terra e a comprendere meglio le sue dinamiche.
La NASA, con oltre 18.000 dipendenti e un bilancio annuale di circa 24 miliardi di dollari, continua a svolgere un ruolo cruciale nel coordinamento delle attività di sorveglianza e risposta agli oggetti celesti potenzialmente pericolosi, confermando il suo impegno nella difesa planetaria e nell’esplorazione scientifica dello spazio profondo.





