Si tratta di Atlast, un radiotelescopio con un diametro di ben 50 metri, la cui costruzione è prevista nel deserto di Atacama, in Cile
L’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) sta partecipando a un progetto ambizioso che promette di rivoluzionare l’osservazione astronomica: il telescopio Atlast, un radiotelescopio con un diametro di ben 50 metri, la cui costruzione è prevista nel deserto di Atacama, in Cile. Questo progetto, frutto della collaborazione tra vari enti di ricerca internazionali, mira a realizzare una delle infrastrutture scientifiche più avanzate, capace di esplorare l’universo con una precisione senza precedenti.
La scelta del deserto di Atacama
La scelta dell’Atacama come sede non è casuale. Situato a oltre 2.400 metri sul livello del mare, questo deserto è famoso per la sua aridità e per l’assenza di inquinamento luminoso, fattori che lo rendono ideale per l’osservazione astronomica. L’Inaf, forte dell’esperienza acquisita con il Sardinia Radio Telescope di San Basilio, ha già dimostrato di saper gestire tecnologie avanzate nel campo della radioastronomia. Il Sardinia Radio Telescope, attualmente operativo, è in grado di osservare onde radio che vanno da un metro fino a tre millimetri, un’abilità che sarà ulteriormente potenziata con l’arrivo dell’Atlast.
Progresso e innovazione
Il primo incontro della fase due del progetto Atlast si è recentemente concluso a Cagliari, dove esperti e ricercatori hanno discusso della fattibilità e delle tecnologie necessarie per portare avanti questa iniziativa. Claudia Cicone, responsabile del progetto per l’Inaf, ha sottolineato l’importanza di Atlast, affermando che il telescopio non solo sarà capace di osservare oggetti celesti a frequenze molto alte, ma si avvicinerà anche al campo dell’infrarosso, permettendo di ricevere onde radio cortissime, inferiori al millimetro.
Sostenibilità e comunità
Uno degli aspetti più innovativi di Atlast è il suo impegno verso la sostenibilità ambientale e sociale. Cicone ha dichiarato che il telescopio sarà progettato non solo per massimizzare il potenziale scientifico, ma anche per rispettare e proteggere l’ambiente circostante, rendendo la sostenibilità una priorità fondamentale. Questo approccio rappresenta un cambio di paradigma nel modo in cui vengono pianificati e realizzati i progetti scientifici, ponendo l’accento sull’interazione positiva con le comunità locali e sulla conservazione delle risorse naturali.
Con una visione a lungo termine, Atlast si propone di servire la comunità astrofisica globale per i prossimi cinquant’anni, aprendo nuove frontiere nella comprensione dell’universo. Le potenzialità di questo telescopio sono immense: si prevede che contribuirà a scoperte significative, come l’analisi della formazione di galassie, lo studio dei buchi neri e la ricerca di segnali da parti lontane dell’universo. L’Inaf, quindi, non solo si afferma come leader nella ricerca astronomica, ma si impegna a costruire un futuro in cui la scienza e il rispetto per l’ambiente possono coesistere armoniosamente.






